Lungs: brutale incertezza del futuro

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La stagione del centro teatrale MaMiMò parte con Lungs, drammaturgia inglese contemporanea di Duncan Macmillan, prodotto da Fondazione Teatro Due, per la regia di Massimiliano Farau.

Lungs, polmoni in italiano, sembra all’apparenza un titolo avulso dallo spettacolo, ma ne è probabilmente la parola più rappresentativa. Una coppia di giovani, non meglio definiti e per questo universali, inizia la fatidica discussione sull’avere o meno un bambino, farlo nascere in questo mondo frenetico, incerto e decadente. Per la volontà di fare la scelta giusta per le giuste motivazioni, si fanno tante, spesso troppe domande. Quanto impatta sull’ambiente mettere al mondo un bambino? Quanti alberi bisogna piantare per compensare tutti i rifiuti e l’inquinamento che genera la nascita e la crescita di una nuova persona? Quanto pesa sui polmoni del mondo questa piccola creatura? La discussione mette in difficoltà anche i polmoni dei protagonisti: dialoghi incalzanti, pensieri sconclusionati ma profondamente reali, monologhi infiniti che raccontano desideri, paure ed emozioni.

Il tempo passa e questa storia mette in crisi anche l’amore che unisce i due ragazzi; si allontanano, si lasciano e si ritrovano. Un amore lontano dall’idea di destino, un amore razionale, emblema di un tempo in cui l’incertezza è un modo di vivere obbligato, dentro il quale a volte, con un po’ di fortuna e un po’ di impegno, si riesce a trovare qualche certezza.
È uno spettacolo che ti schiaffeggia con la sua crudezza, si ride molto e si piange, si rimane senza fiato. La scena è essenziale: due attori caratterizzati solo dal colore della camicia, lui rosa e lei azzurra, fuori dagli stereotipi come i personaggi vogliono essere. Un pavimento blu che oltre a rendere visivamente tutto molto etereo, forse suggerisce sottilmente il sesso di questo tanto agognato figlio. Sul palco nient’altro, nessun oggetto, nessun cambio di luce, solo gli attori e la storia.

La regia riesce con accorgimenti piccolissimi ma efficaci a mostrare l’ambientazione e il passaggio del tempo; i cambi di scena sono letteralmente respiri, niente di più in linea con il titolo dello spettacolo, è tutto cristallino. Un applauso va agli attori, Sara Putignano e Davide Gagliardini, senza la cui bravura lo spettacolo non avrebbe avuto speranza di riuscire.