Nel primo anniversario della scomparsa di Otello Montanari “Jack” l’Anpi provinciale, con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia, organizza per mercoledì 17 aprile alle ore 17.00
nella sala Rossa del Comune di Reggio Emilia – piazza Prampolini 1 un incontro pubblico incentrato sul contributo di amici e compagni che hanno condiviso con lui tante battaglie durante e dopo la lotta di liberazione.
Interverranno: Antonio Zambonelli dell’Anpi di Reggio Emilia su “il contributo di Otello alla ricerca storica e alle biografie”, Giglio Mazzi “Alì” compagno di lotta di Otello presenta il suo libro “non eravamo terroristi”.
Otello Montanari, figura storica della vita pubblica reggiana, avrebbe compiuto 93 anni il 10 di maggio.
Era nato infatti nel maggio del 1926, a Reggio Emilia. Si iscrisse giovanissimo al Partito comunista e fu studente a ragioneria della professoressa Nilde Iotti, poi presidente della Camera dei deputati.
Partecipa poi alla guerra di Liberazione nelle file dei Gap (gruppi di azione patriottica) rimanendo ferito il primo gennaio 1945 durante un conflitto a fuoco con i fascisti sulla Via Emilia nei pressi di Reggio Emilia. I colpi di arma da fuoco lo rendono immobile fino a fine 1946 e claudicante per sempre.
Nel dopoguerra fu deputato del Pci e negli anni Ottanta fondò il comitato del Primo Tricolore sulle origini della bandiera italiana. Presidente dell’Istituto Alcide Cervi e dirigente dell’Anpi, il 29 agosto 1990 scrisse al Carlino una lettera sull’omicidio di Arnaldo Vischi, che avvenne nel 1945, quando era allora direttore generale delle Officine Reggiane.
Diventò quello il caso del ‘Chi sa parli’, un caso nazionale sui crimini del dopoguerra nel Reggiano compiuti dai partigiani. Di conseguenza vennero riaperti processi di grande eco come quello sull’omicidio di don Umberto Pessina, a Correggio, e del capitano Fernando Mirotti a Campagnola, che avevano visto l’ingiusta condanna di personaggi quali Germano Nicolini (comandante partigiano Diavolo ed ex sindaco di Correggio) ed Egidio Baraldi, ex partigiano comunista, che in seguito andarono entrambi assolti.
Tuttavia, nonostante la revisione di processi e la scoperta di nuove verità nascoste, Otello Montanari venne espulso dall’Istituto Cervi e allontanato dal Comitato provinciale dell’Anpi e aspramente contestato ed emarginato nel partito comunista, seppure fosse stato difeso da alcuni importanti esponenti del mondo partigiano. Otello Montanari ebbe molto a soffrire di queste vicende. Seppure dopo lunghi anni di emarginazione la sua figura fu ampiamente rivalutata con le scuse del suo partito, del Cervi e dell’Anpi.
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Stato di abbandono? Io direi più atti di vandalismo...
Sono sempre più vergognosi senza un briciolo di pudore ,superpagati per scaldare le poltrone e non per risolvere i problemi reali della gente !
La sinistra vuole solo governare non pensa le cose importanti per gli italiani anche se non è in grado di farl: pur di avere voti […]