Raccontare la Via Vandelli e il territorio che attraversa in un film documentario che ripercorre l’impresa di Giulio Ferrari, fisico teorico con la passione del cammino che l’ha riportata alla luce dopo una lunga ricerca su documenti storici, corrispondenza epistolare attribuita al suo progettista Domenico Vandelli e antiche mappe. Questo l’intento de ‘La Via è una’, il progetto abbracciato dall’Associazione Carta Bianca – nella persona del suo presidente Giulio Filippo Giunti – che ha catalizzato l’attenzione della Fondazione di Modena la quale, a sua volta, ha dato il via a un’azione propositiva di sistema con le fondazioni di origine bancaria di Lucca e Carrara per sostenere la produzione del documentario. A queste si sono aggiunti lungo la strada anche il Comune di Massa, l’Unione Terre di Castelli e l’Unione dei Comuni della Garfagnana.
La Via Vandelli – oggi al quarto posto tra i luoghi del cuore FAI, il più grande censimento spontaneo del patrimonio culturale italiano che dal 2003 ha raccolto 9,6 milioni di voti in favore di oltre 39mila luoghi in più di 6.500 comuni italiani – è stata progettata nel ‘700 dall’abate matematico Vandelli, originario di Levizzano Rangone, per collegare il Ducato di Modena alla Toscana e garantire agli Este l’accesso al mare. La strada attraversa due regioni, tre province e ventidue comuni: nella provincia di Modena passa da Modena città, Castelnuovo Rangone, Formigine, Maranello, Castelvetro di Modena, Sassuolo, Prignano sulla Secchia, Serramazzoni, Pavullo nel Frignano, Polinago, Lama Mocogno, Riolunato, Pievepelago e Frassinoro.
Per quanto riguarda la provincia di Lucca, attraversa San Pellegrino in Alpe, con i comuni di Castiglione di Garfagnana, Pieve Fosciana, Castelnuovo di Garfagnana, San Romano in Garfagnana, Camporgiano, Careggine e Vagli Sotto. Infine, si arriva nella provincia di Massa Carrara con il passaggio dal passo della Tambura a Marina di Massa, attraverso il comune di Massa.
Considerata la prima strada della modernità, nei secoli la Via Vandelli è stata sopraffatta dall’urbanizzazione e cementificazione da una parte e dall’abbandono dall’altra. Ne rimangono visibili alcuni lunghi tratti: il resto sopravvive nelle leggende alimentate dagli abitanti del territorio che la strada attraversa. Al compimento dei suoi 40 anni, dopo una minuziosa ricerca d’archivio su antiche mappe e documenti, Giulio Ferrari ha deciso di mettersi in cammino per riportare alla luce la ‘strada di casa’, determinato a ricostruire in modo scientifico il percorso originale progettato tre secoli prima. Ha poi realizzato un sito dedicato alla Via Vandelli – www.viavandelli.com – riportando fortemente all’attenzione del pubblico la strada e il suo territorio. “Il mio desiderio iniziale era camminare la Via Vandelli sul suo percorso originale settecentesco: un tributo quasi intimo verso la strada che è sempre stata presente nella mia vita – il suo commento –. Per ricostruirne il tracciato è stato naturale applicare il rigore della mia formazione scientifica”.
Oggi la Via Vandelli, anche grazie al lavoro di Giulio, vede aumentare costantemente il numero e l’apprezzamento delle persone che la percorrono a piedi e in bicicletta. Raccontare la sua impresa – affidata a Giulio Filippo Giunti che, con la collaborazione dello sceneggiatore Maurizio Dall’Acqua, dirigerà il documentario – è un’occasione per promuovere la via e il territorio che attraversa, e farla conoscere al sempre più̀ ampio pubblico di appassionati di cammini, natura e turismo lento.
“Quello che mi ha affascinato nella storia di Giulio è la combinazione del rigore scientifico adottato nella sua ricerca e del sentimento che nutre per quella che lui stesso chiama la ‘strada di casa’”, racconta Giunti.
Il progetto è in fase di sviluppo: sono stati svolti alcuni sopralluoghi ed è in fase di scrittura la prima versione del soggetto. Le riprese verranno fatte a giugno 2023, la fase di post-produzione si chiuderà nell’autunno dello stesso anno.
Tra i protagonisti del film anche l’Archivio di Stato di Modena, che collabora al progetto in quanto in linea con l’attività̀ di valorizzazione del patrimonio archivistico: nei suoi spazi saranno realizzate alcune riprese che avranno ad oggetto mappe e documenti riconducibili a Domenico Vandelli.
La partnership pubblico privato che sostiene il progetto del docufilm condivide l’importanza di un’operazione che, oltre a creare un ponte tra diverse realtà, permette di avere importanti ricadute sul territorio, in particolare su quello dell’Appennino tosco-emiliano e delle Apuane, offrendo nuovi stimoli al settore turistico dei luoghi coinvolti: alberghi, B&B e agriturismi che si trovano lungo la Via Vandelli, così come tour operator e guide turistiche.
Sono infatti 90 gli alloggi recensiti attivi lungo il percorso, dove gli escursionisti hanno pernottato sul cammino. Di questi, 53 si trovano in provincia di Modena (esclusa Modena città), 26 in provincia di Lucca e 2 in provincia di Massa (escluse le città di Massa e Marina di Massa).
Il cammino della Via Vandelli ha già̀ permesso di rimanere in attività̀ a diversi luoghi ricettivi dell’alto Frignano: tra questi troviamo i due alberghi e i due rifugi a San Pellegrino in Alpe, dove ha riaperto anche l’antico ospitale a cura del parroco proprio per via dell’alto afflusso di viandanti. A Torre Maina, Sassuolo, Serramazzoni, Pavullo nel Frignano, Lama Mocogno, Borra e La Santona stanno nascendo B&B per ospitare i camminatori; a Poggio in Garfagnana sta aprendo un nuovo agriturismo; a Villetta San Romano l’albergo di famiglia presente ha potuto rimanere aperto grazie ai viandanti e il rifugio ‘Nello Conti’ sulle Apuane ha avuto un aumento di pernottamenti tale da permettere la ristrutturazione. Negli ultimi due anni hanno già̀ percorso la Via Vandelli persone da tutt’Italia ed escursionisti esteri provenienti da Francia, Germania, Svizzera e paesi scandinavi; sempre nel 2021 è iniziata l’attività̀ di tour sulla Via Vandelli del cammino completo di una settimana o di qualche tappa, organizzati con tour operator e guide del territorio.
Ultimi commenti
peccato privarsi di cosi' tanta bellezza...lo Skyline di Cella non sara' mai piu' come prima.
Ma il Sindaco è la Giunta, non pensano a ridurre la spesa della complessa macchina comunale, lo stipendiopolo comunale è stato classificato come la maggior
Stato di abbandono? Io direi più atti di vandalismo...