Fisco, l’Emilia non applicherà lo stralcio automatico delle cartelle di pagamento

assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna

La giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha stabilito la non adesione alla cosiddetta “rottamazione delle cartelle”, una norma contenuta nella legge di bilancio 2023 che prevedeva – lasciando però agli enti locali la facoltà di decidere diversamente entro fine gennaio – lo stralcio automatico delle cartelle di pagamento di importo complessivo fino a 1.000 euro relative a crediti pendenti risalenti al periodo 2000-2015 e affidate dalla Regione stessa all’Agenzia dell’entrate-riscossione (Ade-R).

“La scelta del governo non è corretta verso chi ha pagato rispettando regole e scadenze e rischia di disincentivare comportamenti virtuosi”, ha spiegato l’assessore regionale al bilancio Paolo Calvano motivando la decisione della giunta Bonaccini: “In Emilia-Romagna vogliamo continuare a promuovere il rispetto delle norme ed evitare ogni ripercussione negativa sul bilancio regionale, che metterebbe a rischio i servizi per i cittadini emiliano-romagnoli”.

Lo stralcio automatico, qualora fosse stato applicato, non avrebbe comunque interessato l’intero credito dovuto alla Regione, ma soltanto maggiorazioni e interessi, lasciando in essere la quota capitale e le spese per le procedure di notifica e di riscossione dei tributi non pagati.

La stessa legge di bilancio, in ogni caso, consente ai cittadini dell’Emilia-Romagna di presentare online una dichiarazione di adesione alla cosiddetta “definizione agevolata” (nota anche come “rottamazione quater”). La norma si applica a tutti i carichi pendenti in gestione all’Agenzia delle entrate relativi al periodo compreso tra l’anno 2000 e il 30 giugno 2022: entro il 30 aprile 2023 i contribuenti possono chiedere all’Ade-R benefici analoghi allo stralcio automatico delle cartelle, con l’eliminazione delle sanzioni e degli interessi (ma solo in caso di impegno a pagare la quota capitale e le spese di notifica e di procedura esecutiva in un’unica soluzione entro il 31 luglio di quest’anno, oppure a rate in un massimo di 5 anni al tasso del 2%).