“Oggi l’Emilia-Romagna consente l’aborto a domicilio, quindi la seconda dose la donna la può prendere a casa. E chiedo a chi ha parlato di violenza o comunque di prevaricazione contro un diritto della donna, di violenza contro le donne, se si rendono conto della violenza che si compie veramente contro una donna che abortisce: si consente a una donna di abortire da sola nel bagno di casa, espellendo il feto e tirando lo sciacquone… perché è questo è quello che succede, se si può dire”.
È bufera sulle dichiarazioni del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi, che durante la seduta di martedì 8 luglio dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna è intervenuto con queste parole durante la discussione di una mozione sull’interruzione volontaria di gravidanza e sull’accesso alla pillola abortiva Ru 486.
Parole che hanno sollevato inevitabilmente aspre polemiche in aula, con durissime critiche arrivate soprattutto dai consiglieri di maggioranza, in particolare da Francesco Critelli del Pd e da Simona Larghetti di Alleanza Verdi-Sinistra – che ha definito le espressioni di Bocchi “bestialità offensive”.
Il consigliere meloniano, peraltro, non è nuovo a esternazioni pubbliche particolarmente controverse: lo scorso febbraio, ad esempio, finì al centro delle contestazioni per aver sostenuto che “L’uomo è violento con le donne perché ha perso virilità” e che “si è devirilizzato, è troppo dipendente nella relazione dalla donna e laddove la donna lo respinge o lo allontana va in tilt”.







Replica del Comitato Prolife insieme
Le parole di Priamo Bocchi all’ Assemblea legislativa dell’ Emilia Romagna sulla Ru486, mi riportano alla mente la fiaba” I vestiti nuovi dell’ imperatore”, dove Bocchi è appunto il bambino, l’ unico che esclama, davanti all’evidenza, che il re è nudo.
Immediati nei giorni scorsi sono stati i commenti e le reazioni di ogni genere alle sue parole, che hanno inondato le pagine dei giornali,tra le quali ne cito alcune: – le parole pronunciate sono una offesa alla dignità delle donne
– un insulto vergognoso e disumano – un segno di cinismo e ignoranza. -bestialita’ offensive proclamate in maniera barbara e violenta.
-violenza sarebbe impedire l’ accesso ad aborto libero. E così via.
In fondo l’ Onorevole Bocchi ha semplicemente dichiarato la verità e cioè che l’ embrione è un essere umano e che con la RU486 questo embrione viene eliminato con lo scarico.
A tutti quelli che dichiarano l’ embrione “Prodotto del Concepimento” io chiedo, voi prima di diventare dei feti,cosa eravate,dei polli?
Per giustificarsi poi,per tanta veemenza, qualcuno altro ha anche affermato che con l’aborto farmacologico da effettuare, nella sua seconda parte a casa, la Regione ha solo applicato le linee di indirizzo del Ministero della Salute: chi attacca quella scelta attacca lo stato e la scienza, questa è una battaglia di civiltà! Questo è il punto: se la scienza consentisse, un giorno di vendere i poveri resti dell’ embrione così espulso oppure di mangiarli, voi lo fareste?
A me pare piuttosto che la parola Donna abbinata a Civiltà sia usata ultimamente sempre più per giustificare qualsiasi obbrobrio contro la vita e la dignità umana, per abbattere ogni residuo di ordine e limite morale in nome del caos.
Aprite gli occhi.
Cordialmente.
Maria Cariati per il Comitato “Prolife Insieme”
http://www.prolifeinsieme.it