Kirk. Lo scandalo del perdono

Erika Kirk – WH

Il perdono della vedova Kirk all’assassino del marito Charlie è un fatto che sorprende e spiazza. Non è solo un moto d’animo individuale, un sentimento privato: è un gesto pubblico, una testimonianza che si radica nella fede e ne svela tutta la potenza.

Dire a chi ti ha tolto ciò che hai di più caro – “ti perdono” – è un atto che sfida la logica del mondo, rovescia il senso comune, rompe la catena della vendetta. In America, soprattutto in quell’America profonda che ancora vive di Vangelo, questo linguaggio è comprensibile. Non naturale, non facile, ma comprensibile. È il cristianesimo che si fa carne, che prende sul serio le parole di Cristo: “Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano”. In quell’universo spirituale il perdono non è debolezza, ma forza. Non è resa, ma vittoria sulla disperazione.

In Europa, invece, un gesto simile viene guardato con incredulità. La nostra cultura, corrosa dal nichilismo e resa fragile da un relativismo compiaciuto, non trova più categorie per interpretarlo. Chi perdona è scambiato per ingenuo, per illuso, persino per complice. L’Europa che ha dimenticato la propria anima cristiana non sa più leggere la grammatica del perdono: conosce il linguaggio del diritto, della vendetta, dell’indignazione morale, ma non quello della misericordia.

E così il contrasto si fa netto. Da un lato un’America che, nonostante le sue contraddizioni, conserva ancora un cristianesimo vissuto, popolare, concreto. Dall’altro un’Europa che, smarrita nella sua secolarizzazione sterile, fatica a comprendere perfino i segni più elementari di quella fede che l’ha generata. Perciò il perdono della vedova Kirk non è solo un fatto personale o familiare: è una rivelazione, un promemoria. Ci ricorda che esiste ancora un cristianesimo vivo, che non si vergogna del Vangelo e non lo riduce a retorica.

Forse l’Europa, prigioniera del suo scetticismo e attraversata da un islam che avanza senza incontrare più resistenza spirituale, non è più in grado di ricevere questo messaggio. Ma il gesto della vedova Kirk rimane come uno scandalo e come una luce: una testimonianza che la fede può ancora disarmare l’odio, e che il perdono è la forma più radicale e più potente della libertà umana.




C'è 1 Commento

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  1. Giuseppe

    Un continente che ritiene il suicidio non una terribile scelta individuale, uno dei tanti drammi che colpiscono l’uomo, sul quale semmai adoperarsi per mettere in atto tutti i possibili strumenti di aiuto per evitarlo, ma lo considera ontologicamente un valore civile da tutelare; un continente che annovera stati che inseriscono in costituzione il “diritto di aborto”, che vietano ai cristiani addirittura di manifestare pubblicamente la propria fede per pregare e che contemporaneamente alzano grida di allarme circa il pericolo di islamofobia; bene, un continente del genere merita di estinguersi, come peraltro sta facendo con le proprie stesse, stolte mani e come avverrà nel giro di pochi decenni, poco importa se con una scimitarra, con un fungo atomico o con la psicopolizia di un grande fratello. Poi, come insegna la Storia, sarà la comunità cristiana, il piccolo resto che rimarrà, a ricostruire dalle macerie grazie al potere di un annuncio che non conosce possibilità di sconfitta finale. Se ce ne sarà la possibilità


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