Broker accusato da Montezemolo e altri big

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Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente (anche) della Ferrari, ed altri big dell’imprenditoria tra cui Claudio Lucchese, proprietario della ceramica Florim di Fiorano Modenese, avrebbe intentanto un’azione legale contro un consulente finanziario con base in Svizzera, Daniele Migani, e un altro broker. L’accusa, secondo quanto riferito dal quotidiano Repubblica, sarebbe quella di aver mandato in fumo milioni di investimenti. Tra i clienti – o ex clienti – di Daniele Migani figurerebbe anche il colosso cooperativo Coop Alleanza 3.0 che però – dopo aver investito 87 milioni nei fondi Skew Base consigliati da Migani – avrebbe registrati un utile di 2,5 milioni e ora avrebbe solo 8 milioni investiti.

L’ex presidente di Ferrari, Fiat, Maserati, Alitalia e Italo ha invece chiesto un risarcimento di 50 milioni di euro, citando in giudizio a Londra i due consulenti. Secondo Repubblica tra gli altri nomi di prestigio ci sarebbero l’imprenditore della ceramica Claudio Lucchese, proprietario della Florim con sede a Fiorano, Luca Garavoglia, presidente e maggiore azionista della Campari, Marco Boroli, consigliere della B&D holding,  il manager italo giapponese della ex Luxottica, Antonio Miyakawa. Per loro – scriove il quotidiano – l’investimento avrebbe prodotto perdite per decine di milioni di euro.

Gli imprenditori che hanno registrato le perdite più ingenti avrebbero intentato cause civili a Londra e penali a Lugano e Milano, dove circa un mese fa è stato aperto un fascicolo da parte del pubblico ministero Giovanni Polizzi. In Svizzera la causa si è avviata invece nel 2021 su denuncia di due clienti e nell’ottobre c’è stato un primo decreto di abbandono perché «l’inchiesta si è mossa a 360 gradi, ma non è emerso nulla», ha sottolineato la difesa di Migani.Gli avvocati di uno studio di Lugano, Emanuele Verda e Filippo Ferrari, che difendono Montezemolo e altri due clienti (secondo Repubblica dovrebbero essere Lucchese e Miyakawa) hanno però impugnato il provvedimento presso la Camera dei Reclami ipotizzando reati di amministrazione infedele, truffa e riciclaggio. Il reclamo è stato accolto nel maggio 2022 e la pratica è stata rispedita al procuratore pubblico, che nel marzo 2023 ha rinviati a giudizio Migani ma solo per “amministrazione infedele aggravata”, escludendo la truffa e il riciclaggio.



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