La consigliera, durante il question time, ha chiesto in Aula come mai si sia avviato il tavolo senza coinvolgere le associazioni ambientaliste del territorio e perché non si siano prima valutate altre possibilità a minor impatto ambientale. Lo scorso 5 giugno, infatti, il Tavolo tecnico Enza della Regione Emilia-Romagna ha approvato un documento, sottoscritto da tutti i partecipanti, che si impegna alla creazione di un invaso nell’alta Val d’Enza per uso irriguo, potabile, industriale e ambientale. Il nuovo invaso dovrebbe garantire il “risparmio” di circa 50 milioni di metri cubi d’acqua ogni anno per l’agricoltura. “Le azioni proposte- sottolinea, però, la consigliera Mdp- si limitano esclusivamente a quelle formulate dai portatori di interesse economico”. Nel documento, ad esempio, non vengono individuate, tra le azioni proposte dai consorzi, interventi per migliorare l’efficienza delle rispettive reti. A preoccupare Silvia Prodi è anche il fatto che non si faccia nessuna menzione delle questioni ambientali per un progetto definito di “rilevante impatto ambientale, territoriale ed economico. Perché al Tavolo erano presenti Confindustria, insieme a istituzioni e portatori di interesse consortili, senza altre associazioni di categoria o ambientaliste?”, chiede in Aula Silvia Prodi. “I dati di fabbisogno idrico presentati dai soggetti economici, e recepiti nel documento, verranno poi verificati e certificati da un ente tecnico terzo?”
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Sarebbe un onore per noi.
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Cari ex-colleghi, mi complimento del lavoro fatto a partire dall' amico prof. Mazzoli fino al dirigente dell' Ufficio dott. Rozzi, ed ai loro […]