Indagine Cna: Reggio è la provincia emiliana con il fisco più “amico” delle imprese

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Il total tax rate del comune di Reggio (vale a dire la percentuale complessiva di tasse pagate da un’impresa rispetto al reddito generato) è pari al 50,4%, il dato più basso in Emilia-Romagna. Lo ha calcolato la ricerca “Comune che vai, fisco che trovi”, condotta dall’Osservatorio sulla tassazione delle piccole imprese di Cna nazionale.

Nella classifica stilata dall’Osservatorio, Reggio è al 14° posto assoluto: un ottimo risultato se si considera che l’indagine ha analizzato i pesi fiscali di ben 114 comuni italiani (tutti i capoluoghi di provincia più alcuni altri comuni non capoluogo). Sul gradino più alto del podio si è confermata Bolzano, con una tassazione al 46,3%, la più bassa d’Italia; a chiudere la graduatoria, invece, è Agrigento, con una pressione fiscale del 57,4%.

Per quanto riguarda le altre città dell’Emilia-Romagna, Ferrara si è piazzata al 24° posto (total tax rate del 50,9%), Modena è in trentunesima posizione (51,1%), Parma è al 36° posto (51,2%); molto in fondo invece Bologna, sestultima (56,1%).

Sempre secondo l’indagine di Cna, per gli imprenditori reggiani il cosiddetto “tax free day” – il primo giorno dell’anno “libero” dalle tasse, per così dire – quest’anno è caduto il 2 luglio: per tutti i 182 giorni precedenti, dal primo gennaio in poi, le imprese reggiane hanno di fatto lavorato per pagare le tasse, mentre dal 2 luglio in poi (per i giorni rimanenti alla fine dell’anno) hanno potuto godere dei propri guadagni.

“La riduzione delle tasse sulle imprese che è stata registrata negli ultimi due anni”, ha spiegato il presidente di Cna Reggio Andrea Trinelli (nel 2023 Reggio era al 16° posto, con un total tax rate del 51%), “è dovuta in buona misura a una serie di provvedimenti di ristrutturazione del sistema fiscale che, come associazione, abbiamo promosso e sostenuto con grande determinazione: la totale deducibilità dell’Imu sui beni strumentali dal reddito d’impresa, l’abolizione dell’Irap per le persone fisiche esercenti attività d’impresa, la miniriforma Irpef, con revisione delle aliquote fiscali e degli scaglioni”.

Il report di Cna, ha aggiunto Trinelli, “contiene altre proposte che andrebbero valutate attentamente per rendere il fisco a carico delle imprese più leggero e più equo; perché è evidente che, nonostante il risultato della nostra provincia, il sistema fiscale resta pesante e, in taluni ambiti, iniquo per artigiani e piccole e medie imprese”.

Le proposte di Cna sono già state illustrate al viceministro dell’economia Maurizio Leo: per la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa è necessario completare l’esenzione dell’Irap, estendendola a tutte le società di persone; introdurre un regime fiscale di favore per chi investe nella propria impresa, anche per quelle individuali; accelerare la riforma del catasto, per rendere i valori più aderenti a quelli di mercato; individuare esenzioni fiscali sulle cessioni d’impresa, per agevolare il passaggio generazionale; rivedere lo split payment e la ritenuta sui bonifici collegati a spese edili detraibili.



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