Inchiesta “Angeli e demoni”, il 27 giugno il convegno online “Bambini e famiglie: aiutiamoli a casa loro”

convegno Bambini e famiglie aiutiamoli a casa loro

A tre anni di distanza dall’avvio di “Angeli e demoni”, l’inchiesta nata per far luce sulle presunte anomalie negli affidamenti di minori nel sistema dei servizi sociali della Val d’Enza reggiana, l’associazione Asfem (Alleanza sociale famiglie e minori) ha organizzato per la serata di lunedì 27 giugno alle 20.30 il convegno online “Bambini e famiglie: aiutiamoli a casa loro”, per lanciare un appello a politici e amministratori “affinché non ci siano mai più bambini strappati ingiustamente alle famiglie”.

All’appuntamento interverranno l’avvocato Francesco Miraglia del foro di Madrid, esperto in diritto di famiglia e diritto minorile; la professoressa Vincenza Palmieri, ambasciatrice dei diritti umani nel mondo e fondatrice dell’Istituto nazionale di pedagogia familiare; l’avvocato Francesco Morcavallo; Francesco Cattani, presidente dell’ex comitato “Angeli & Demoni #unitiperibambini” (oggi Asfem); Paolo Roat, direttore del dipartimento Protezione dell’infanzia del Comitato dei cittadini per i diritti umani; Antonio Margini, Giuliano Braglia e Sonia Cecchinato, ciascuno con le proprie testimonianze.

“Era il 27 giugno del 2019 – hanno ricordato gli organizzatori del convegno – quando esplose l’inchiesta “Angeli e demoni” sugli affidi illeciti: uno scandalo che sconvolse l’Italia, ma scoperchiò un sistema squallido e torbido, vile perché lucrava sulla pelle dei bambini. Il “sistema Bibbiano” è solo la punta dell’iceberg, dove in gioco c’è la vita di migliaia di bambini (si stima che ci siano 500.000 minori allontanati dalle famiglie d’origine e collocati in affidamento in comunità o in famiglie affidatarie) e un giro d’affari degno di una finanziaria (pare che il “fatturato” si attesti intorno ai cinque miliardi di euro)”.

Secondo l’associazione Asfem “sono numerosi i casi di genitori che, letti sui giornali i nomi dei protagonisti dell’indagine, hanno scoperto di essere anch’essi vittime della medesima orchestrazione. Casi che vanno indietro nel tempo di parecchi anni, nell’indifferenza dei tribunali e delle istituzioni pubbliche. Parlare e informare sulle norme e sulla loro applicazione ai principi della libertà e dell’uguaglianza (soprattutto dell’uguaglianza dei privati di fronte al potere pubblico) equivale a contrapporre un sistema di diritti e tutele a un sistema di prevaricazione. Se ne deve quindi parlare, per rendere consapevoli le persone di quanto accade e che nessuno è immune dal diventare potenziale vittima di questo sistema, indipendentemente dal grado di istruzione o dalla condizione economica e lavorativa: è sufficiente trovarsi temporaneamente in difficoltà a causa di una separazione conflittuale per trovarsi privi dei propri figli. Per anni. Ed è giusto che ne sia interessata l’intera classe politica, alla quale chiedere con forza di far cessare queste situazioni, che si configurano come vere e proprie violazioni dei diritti umani e dei diritti dei bambini”.