In commissione regionale la nuova legge europea sul clima: obiettivo neutralità carbonica entro il 2050

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Un “Green new deal” europeo che punti alla neutralità carbonica entro il 2050 e all’azzeramento delle emissioni di gas con effetto serra, dichiarando lo stato di “emergenza climatica” e attuando una trasformazione ambientale, economica e sociale: sono gli obiettivi della legge europea sul clima, la strategia europea per affrontare le sfide ambientali e climatiche globali dei prossimi anni presentata mercoledì 8 luglio dalla vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein.

La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica, è passata al vaglio delle commissioni Bilancio e Territorio, presiedute rispettivamente da Massimiliano Pompignoli e Stefano Caliandro.

“Una legge importante, perché è la prima volta che si pone l’obiettivo di una legge vincolante per tutti gli stati membri”, ha spiegato Schlein: “Anche se secondo noi la forma del regolamento è debole, non prescrittiva e non adatta a un tema così cruciale, perché così l’attuazione è più difficile”.

Per questo la Regione Emilia-Romagna, attraverso il processo di partecipazione in fase ascendente alla formazione delle politiche comunitarie, proporrà un rafforzamento della normativa e del ruolo delle regioni, con controlli stringenti da parte di un soggetto terzo e sanzioni per chi non contribuisce adeguatamente.

Secondo la Schlein “servono programmi dedicati e agevolazioni economiche in tutte le regioni europee, ma anche un piano di trasformazione culturale e sociale, perché il cambiamento passa inevitabilmente da lì”. L’Emilia-Romagna sarà la seconda regione, dopo la Puglia, a portare il proprio contributo alla Commissione europea: “A livello regionale lo strumento fondamentale sarà il Nuovo patto per il clima e per il lavoro, da sottoscrivere entro fine anno, che ha come obiettivi la neutralità carbonica entro il 2050 e il raggiungimento del 100% di energie rinnovabili entro il 2035”.

Nel dibattito Lia Montalti del Pd ha sottolineato come questo sia il primo importante momento di partecipazione alle politiche europee dell’attuale legislatura: “La nostra Regione, che sta già facendo cose importanti, giustamente chiede di inserire in maniera più forte il protagonismo dei territori nelle politiche ambientali e un monitoraggio delle azioni messe in campo. Nella battaglia contro il cambiamento climatico l’Europa gioca partita importante. La voce dell’Emilia-Romagna deve essere forte”.

Favorevole al regolamento, pur con qualche perplessità, anche Michele Facci della Lega: “Di base questi suggerimenti ci possono trovare favorevoli, ma auspichiamo che non rimangano manifesti astratti per Bruxelles per poi continuare a perseverare sui territori con vecchie cattive abitudini. Una svolta green che non sia di facciata, ideologica o ottusa è una svolta condivisibile”. Emiliano Occhi (Lega) ha mostrato invece preoccupazione per le ripercussioni del regolamento in stati così diversi tra loro: “Siamo tra le aree industriali più importanti d’Europa e bisogna stare attenti affinché la politica europea non porti l’Italia a una deindustrializzazione in una situazione di concorrenza sleale.”

“In questi momento storico la svolta green è un’occasione che dobbiamo cogliere”, ha sottolineato invece Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle: “Un regolamento debole non ci deve esimere, come Regione, dal fare la nostra parte. Sul tavolo io vedo molte contraddizioni: siamo tra le zone più inquinate d’Europa e perseveriamo con infrastrutture inutili e impattanti come la Cispadana”.

Criticata dall’opposizione, infine, la scelta della giunta di “saltare” – a causa delle tempistiche ristrette – il passaggio in aula. “L’iter si è fatto più complicato a causa del lockdown”, si è giustificata la vicepresidente Schlein: “Ma i consiglieri potranno formulare osservazioni per iscritto e comunque la discussione non si fermerà qua. Questo è solo un primo atto”.