Viaggiatore solitario negli anni Ottanta

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7.7

«Dunque anni importanti questi che un po’ tutti si sono sforzati a definire inutili e dannosi? “Io li ricordo come un’esplosione di colori all’uscita di un decennio cupo e triste”, dice Pier Vittorio Tondelli, che gli Ottanta li ha attraversati in lungo e in largo, con le antenne sempre pronte a captare il nuovo laddove – e i posti erano tanti – emergeva”», cosi lo scrittore correggese in una conversazione con Generoso Picone sul “Mattino” di Napoli del novembre 1990, all’indomani dell’uscita di “Weekend post moderno” una raccolta rivisitata, e con inediti, della sua produzione del decennio appena trascorso.

Poco dopo precisa, però, che il «nucleo degli anni ottanta è durato fino al 1983-1984. L’inizio del decennio era di estrema nitidezza nella sua confusione. Poi è stata un’altra cosa, la festa è finita. Il gioco del travestimento è diventato esibizione da varietà del sabato sera», ossia, dirà altrove, parafrasandolo, la televisione ha distrutto, impossessandosene, della spinta innovativa “primigenia”.

L’ha trasformata in quello che oggi chi ha attraversato gli anni ottanta o chi ne ha solo sentito parlare tende a identificare con trasmissioni televisive quali “Drive in” et similia, con la sfrenata ricerca edonistica e il “rampantismo”. In realtà, sostiene Tondelli, i primi anni di quel decennio sono stati l’esplosione creativa della provincia italiana, non delle grandi metropoli ma delle piccole città.

Ci siamo volutamente dilungati su l’ultimo lavoro, un quasi romanzo potremmo dire, perché crediamo con Tondelli si possa leggere quel decennio in molte sue sfumature. E chi avrà la pazienza di leggere le oltre 480 pagine si renderà conto che lo scrittore correggese ha vissuto negli anni Ottanta, ma non è solo degli anni Ottanta. Non è suo prigioniero né tantomeno suo ostaggio, come potrebbe indurre a far pensare il titolo di un’intervista: “Anni Ottanta a tutto Tondelli”.

«Queste interviste e conversazioni – scrive giustamente Fulvio Panzeri, curatore del volume e delle opere tondelliane, recentemente scomparso – mettono in luce in modo diretto, anzi rendono preminente e dominante la sua posizione di scrittore, caparbiamente difesa da ogni tentativo di “depistaggio” mediatico e indicano quanto Tondelli sia stato interprete di un decennio, attraverso un atteggiamento critico, anche morale, grazie alla sincerità e al bisogno che aveva di guardare dentro di sé, alla propria umanità, ma anche al contesto culturale in cui si è trovato a lavorare. Per tutti gli anni novanta, all’indomani della sua morte, c’è stato un fraintendimento che lo ha reso prigioniero della sua “generazione”…».
Lo scrittore di Correggio (1955-1991), piccolo centro in provincia di Reggio Emilia, laureato al DAMS di Bologna, aveva pubblicato, prima di “Weekend postmoderno” (1990), e per limitarsi solo ai romanzi, nel 1980, “Altri libertini”, nel 1982, “PAO PAO” (Picchetto Armato Ordinario), nel 1985, “Rimini” e nel 1989, “Camere separate”.

“Viaggiatore solitario”, il titolo del libro (lo stesso di un volume autobiografico di Jack Kerouac del 1960), che speriamo abbiate prima o poi fra le mani, fotografa perfettamente la figura di Tondelli dalle prime interviste e conversazioni dopo l’uscita, con sequestro giudiziario e successiva liberazione oltre un anno dopo, di “Altri libertini” e via via rilasciate in coincidenza con le successive pubblicazioni. Ma anche in concomitanza con il lavoro parallelo, o meglio svolto nelle pause di scrittura, di editor per la casa editrice anconetana Il Lavoro Editoriale (poi Transeuropa) nello sviluppare il progetto di giovani scrittori Under 25. Un impegno raro da parte di scrittori cercare altri scrittori, gratuitamente.

Dal volume – ribadiamo alla fine in estrema sintesi – escono le radici del romanziere reggiano, i suoi scrittori di riferimento, i suoi sentimenti e… perché decide di lasciare Bologna per Milano: «Della metropoli mi ha attratto quello, che per alcuni, è l’aspetto peggiore: l’anonimato. Proprio perché venivo dalla provincia e ho sempre vissuto in cittadine dove si esercita, come in tutta la provincia italiana, un controllo sociale che può anche assumere aspetti divertenti, ironici e malinconici. Pensa ai romanzi di Piero Chiara, di Goffredo Parise, di Gilberto Severino».
Chiudono il volume tre conversazioni che usciranno postume nel volume “Tondelli. Il mestiere di scrittore” curato da Panzeri e Generoso Picone.

(Pier Vittorio Tondelli, Viaggiatore solitario. Interviste e conversazioni 1980-1991, a cura di Fulvio Panzeri, Bompiani, Milano 2021, pp. 427, 14,00 euro).

Recensione di Glauco Bertani

Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia

 

I nostri voti


Stile narrativo
8
Tematica
8
Potenzialità di mercato
7