È in programma il prossimo 27 ottobre la terza asta riguardante l’intero compendio aziendale di Bio-on, l’azienda di bioplastica bolognese fallita nel 2019 e con gli ex vertici dirigenziali al centro di un’inchiesta per manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali. Il prezzo di partenza è stato fissato a 54,5 milioni di euro, con cauzione di un milione.
Il primo tentativo di vendita risale allo scorso maggio: il prezzo di partenza era stato fissato intorno a quota 95 milioni, ma l’asta era andata deserta. Stessa sorte per il secondo tentativo, lo scorso 28 luglio, quando la base d’asta era stata abbassata a 72,5 milioni.
Nei giorni scorsi, con un comunicato stampa congiunto, i sindacati e i curatori Antonio Gaiani e Luca Mandrioli si erano rivolti all’Inps per chiedere una risposta “alle nostre istanze circa l’applicabilità degli ammortizzatori cosiddetti Covid, ovvero la possibilità di proroga degli stessi”, e sollecitando un’accelerazione nel pagamento della cassa integrazione straordinaria non ancora erogata. Nel frattempo, avevano aggiunto i curatori, si stavano approfondendo “alcune manifestazioni di interesse pervenute alla curatela, finalizzate a garantire la continuità produttiva e, quindi, l’auspicabile salvataggio dell’azienda”.
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