Giorno della Memoria, a Reggio debutta l’opera per bambini “Brundibár”

brundibar

Dopo “Brimborium” e “Il piccolo spazzacamino”, è in arrivo una nuova opera per bambini e bambine prodotta dalla Fondazione I Teatri di Reggio: si tratta di “Brundibár”, una fiaba a lieto fine la cui genesi è però dolorosamente intrecciata alla persecuzione degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale e all’Olocausto. Lo spettacolo debutterà per le scuole venerdì 27 gennaio, in occasione del Giorno della memoria 2023, ma sarà riproposto anche domenica 29 gennaio alle 16 al teatro Ariosto per il pubblico.

La storia racconta di Aninka e Pepicek, che decidono di andare a cantare e ballare nella piazza del mercato per guadagnare qualche soldo per comprare il latte alla madre malata. A ostacolare i loro piani c’è però Brundibár, un malvagio suonatore di organetto, aiutato dai venditori ambulanti e da un poliziotto. Con l’aiuto di un gatto, un cane e un passerotto e dei bambini del paese, i due coraggiosi ragazzi riusciranno a cacciare Brundibár e a portare alla mamma il latte necessario per curarsi.

La prima versione di “Brundibár” è stata scritta da Hans Krása e Adolf Hoffmeister nel 1938, in occasione di un concorso indetto dal governo dell’allora Cecoslovacchia. Il concorso fu poi annullato, ma nel 1941 iniziarono comunque le prove nell’orfanotrofio ebraico di Praga, dove andò in scena l’anno successivo. Nel frattempo, però, sia Krása che Frantisek Zelenka (lo scenografo che aveva lavorato alle prove) erano stati deportati nel campo di concentramento di Terezīn, vicino a Praga, seguiti a breve da quasi tutti i componenti del coro e dal personale dell’orfanotrofio.

Krása decise nonostante tutto di continuare le prove: riuscì a ricostruire a memoria l’intera partitura, adattandola agli strumenti disponibili nel campo di concentramento, e nel settembre del 1943 l’opera andò in scena per la prima volta, seguita da oltre cinquanta repliche. Di lì a breve, tuttavia, molti dei protagonisti – compreso Krása – furono deportati ad Auschwitz, dove trovarono la morte.

In questa versione reggiana accanto al coro di voci bianche della Fondazione I Teatri, diretto da Costanza Gallo, ci sarà l’Ensemble Icarus diretto da Mimma Campanale; regia e ideazione scenica sono a cura di Barbara Roganti, mentre le illustrazioni di scena sono di Francesca Ballarini. L’introduzione è a cura di Matthias Durchfeld.