Gaza, in salita la “fase due” della pace. Hamas: “Israele ha violato il cessate il fuoco”

elicottero Idf vista alto – FB IDF

Il portavoce del Ministero degli esteri del Qatar Majed al-Ansari ha confermato che a Doha sono iniziate le “difficili discussioni” sulla fase due dell’accordo di pace tra Israele e Hamas, per affrontare le tante incognite che ancora riguardano la messa in sicurezza della Striscia di Gaza, la sua futura amministrazione e le garanzie di pace nell’area.

Per assicurare che si arrivasse almeno a un primo accordo, infatti, i negoziati che nelle scorse settimane hanno portato al “cessate il fuoco” dei giorni scorsi hanno dovuto rimandare il confronto su diverse questioni chiave, che ora però devono essere affrontate per far sì che quella attuale risulti effettivamente una pace vera e propria e non solo una tregua temporanea tra le parti.

La situazione, infatti, nonostante le reciproche concessioni (la riconsegna degli ostaggi israeliani e lo stop ai combattimenti da un lato, la liberazione dei prigionieri palestinesi e il ritiro parziale dell’esercito dall’altro), è quanto mai fragile. Nella mattinata di martedì 14 ottobre, come riportato dall’agenzia palestinese Wafa, sei persone sono state uccise dai droni israeliani dell’Idf in un raid contro alcuni residenti che stavano ispezionando le loro case nel quartiere di Shuja’iyya, nella zona est di Gaza City.

L’episodio “è una violazione dell’accordo di cessate il fuoco”, ha denunciato il portavoce di Hamas Hazem Qassem: il gruppo islamista ha invitato a monitorare la condotta di Israele e a “non permettergli di sottrarsi agli impegni assunti con i mediatori”.

Sul fronte opposto, Israele ha fissato per la fine della giornata di martedì 14 ottobre il termine ultimo per la restituzione dei corpi degli ostaggi presi da Hamas il 7 ottobre 2023 e morti durante questi due anni di prigionia, dopo aver accusato a sua volta il movimento di non aver rispettato gli impegni presi nell’ambito del “cessate il fuoco”, non rilasciandoli tutti subito. Secondo i mediatori, tuttavia, Hamas starebbe incontrando reali difficoltà nel localizzare tutti i corpi richiesti, alcuni dei quali probabilmente si trovano ancora sepolti sotto le macerie di qualche edificio.



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