Garantire sport inclusivo a giovani con disabilità: al via raccolta fondi con Libutti a Reggio

gruppo (2)

Garantire un intero anno di sport per dieci bambini con disabilità. È partita con questo obiettivo prezioso, la raccolta fondi del progetto provinciale All Inclusive Sport, coordinato dal centro di servizio per il volontariato CSV Emilia. Ed è partita con il sostegno di due grandi sportivi reggiani, Lorenzo Libutti, uno dei giocatori più amati della Reggiana, e Francesco Messori, capitano della Nazionale amputati di calcio dell’Italia, e della stessa AC Reggiana 1919.

“365 giorni All Inclusive – e l’inclusione sarà la normalità”, attiva sul portale IdeaGinger sino al 30 giugno 2023, è stata presentata nella mattina di giovedì 25 maggio nella sala del consiglio provinciale, un luogo simbolico che ricorda come il progetto sia attivo e presente in tutto il territorio reggiano.

Coordinati da Federica Severini, referente reggiana di CSV Emilia, hanno preso la parola, oltre a Libutti e Messori, Francesca Bedogni, sindaca di Cavriago e consigliera provinciale con delega a Cultura, Sociale e Fragilità, Associazionismo e Terzo settore; Annalisa Rabitti, assessora del Comune di Reggio a Pari opportunità e Città senza barriere; Davide Farella, coordinatore del progetto All Inclusive Sport; Gianni Zobbi, direttore dell’unità operativa di Medicina dello Sport e Prevenzione Cardiovascolare reggiana.

La campagna è stata lanciata su IdeaGinger, una delle principali realtà di crowdfunding italiane, punta a raccogliere almeno 7.300 euro grazie a donazioni diffuse. Con quella cifra, si potrà garantire un intero anno di sport, affiancato da tutor esperti, per 10 bambini con disabilità, oggi esclusi perché fermi nella ista di attesa di All Inclusive Sport. L’obiettivo è aggiungere 365 allenamenti al programma annuale. Per farlo, sono necessari 7.300 euro: la spesa media per un allenamento inclusivo è di circa 20 euro, con 7.300 euro si raggiungerà quota 365 sedute garantite, sempre con la presenza di un tutor, nelle discipline scelte.

L’elenco di chi attende di essere inserito è ben più ampio, la cifra indicata come obiettivo è un primo passo nella speranza di poter ampliare ancora il discorso. In questo senso, i primi riscontri sono più che positivi: nei primi giorni della campagna, il passaparola fra chi già conosce e apprezza il progetto ha portato a raccogliere più della metà dell’obiettivo fissato nella piattaforma. Adesso, grazie al sostegno dei testimonial si punta a raggiungere la meta stabilita, e poi – se tutto andrà bene – a rilanciare, aggiungendo altre opportunità di inserimento per bambini disabili rispetto alle dieci già indicate. 

La lista di attesa, come è stato rimarcato durante la presentazione, è molto lunga. E la speranza è quella di poter coinvolgere molti altri giovani nelle attività portate avanti grazie all’appoggio di enti pubblici, comitati ed enti di promozione sportiva, aziende, partner fra cui il progetto comunale Reggio Città Senza Barriere e l’unità operativa di Medicina dello Sport e Prevenzione cardiovascolare dell’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia, che ha fra le proprie attività quella di orientamento alla pratica sportiva di bambini e ragazzi con disabilità. Grazie a queste importanti collaborazioni, il progetto ha potuto espandersi, è diventato conosciuto e apprezzato. Le famiglie interessate sono sempre di più e dare risposta a tutte non è facile né scontato.

Ed è nata proprio in questo contesto l’idea della campagna di raccolta fondi, pensata per mettere insieme altre risorse con cui sfoltire questa lista di attesa.

La necessità è palese, i numeri esposti raccontano l’importanza del progetto, nato a metà dello scorso decennio e cresciuto rapidamente. A oggi, All Inclusive Sport permette di svolgere attività inclusiva gratuita – senza spese né per le famiglie né per le società sportive – a oltre 180 giovani con disabilità. Sono ragazze e ragazzi impegnati in 27 discipline differenti all’interno di 80 associazioni sportive reggiane insieme a 3.000 coetanei senza disabilità. Il tutto grazie al supporto di 50 tutor formati da esperti per poter affiancare al meglio i vari percorsi. Ed è stata la prima realtà reggiana a includere nello sport di base i bambini e ragazzi con disabilità insieme ai coetanei senza disabilità, in qualunque disciplina.

Il discorso non si ferma al solo, già fondamentale, tema inclusivo. Un progetto come questo è anche uno strumento per aiutare i giovani, che vivono anni di grandi difficoltà collettive, è una risposta a un problema sociale sempre crescente dell’infanzia e dell’adolescenza fragile.

Serve un aiuto, e tutti possono contribuire, con donazioni online o in presenza, fra i primi a dare l’esempio vi sono i due volti simbolo della campagna, Lorenzo Libutti e Francesco Messori.

Come fare? È sufficiente cercare la campagna “365 giorni All Inclusive” sul sito www.ideaginger.it. Nella pagina dedicata, si troveranno tutte le indicazioni e tutti i “premi” per i donatori, differenti in base alla cifra versata.

“Questo progetto, che è ormai una realtà consolidata su scala provinciale, ha tantissimi pregi: non ultimo quello di “accendere i riflettori” su di un tema sempre più urgente. Come comunità non siamo infatti solo chiamati a garantire l’integrazione scolastica di chi ha bisogni speciali, ma dobbiamo saper essere presenti al loro fianco anche fuori dal tempo scuola perché la vita delle persone è un unico fluire di esperienze ed opportunità. All inclusive Sport è la prova che tutto questo è possibile e di per sé è già una consapevolezza straordinaria”, rimarca Francesca Bedogni, sindaca di Cavriago e consigliera provinciale con delega a Cultura, Sociale e Fragilità, Associazionismo e Terzo settore.

“La grande sfida di questo progetto è stata quella di fornire qualcosa che non esisteva, all’inizio c’erano anche dei dubbi, oggi il progetto è solido, veniamo contattati da altre parti d’Italia e da società sportive per capire come lavoriamo, e siamo impegnati sul piano formativo, sia con le con le società sportive sia con gli operatori”, sottolinea il coordinatore Davide Farella. “Il progetto ora si allargherà a Parma, oltre tutto. A oggi siamo a 185 inserimenti in 27 società, quindi in tante discipline differenti, e anche questa era una sfida. Altro dato importante, con All Inclusive Sport circa 3.000 bambini fanno sport insieme e questo è un grande valore.

Perché la campagna? Il progetto è gratuito per le famiglie e le società sportive grazie a una forte rete di partner, le necessità sono però tante, le richieste di inserimento aumentano. La scommessa della campagna è di rivolgersi ai singoli cittadini, ognuno può sostenere il progetto. E la necessità non manca: la campagna è partita bene, se raggiungiamo il tetto continuiamo la raccolta e inseriamo ulteriori ragazzi: dopo il decimo ci sarà l’undicesimo, il dodicesimo e finché ci saranno risorse.

La campagna ha una peculiarità, in questo senso, servirà a sostenere la strutturalità creata. Il progetto ha permesso di acquisire competenze e dopo la prima fase spesso gli inserimenti poi vanno avanti da soli. Inoltre, gli atleti si possono equipaggiare con motivazioni e capacità di autonomia”.

“In questo progetto rivedo la mia esperienza sportiva, nasco senza una gamba e ho sempre avuto questa voglia enorme di giocare”, spiega Francesco Messori. “Mi sono presentato nel campo di una parrocchia nel mio paese, Correggio, prima con la protesi e poi con le stampelle, e sono stato accolto bene. Grazie all’aiuto di tante persone, in primis miei genitori, ho potuto avviare un mio percorso, i miei mi hanno fatto vivere la disabilità in un determinato modo, mi hanno insegnato come portarla agli altri, come pormi in maniera e semplice. La mia normalità è quella di vivere con una gamba, come per altri è vivere con due gambe. Sostengo il progetto perché è importante che altri ragazzi possono essere inclusi, è importante far capire quanto lo sport sia importante per i bimbi, per abbattere pregiudizi e paure. Nello sport non ti vedono più come il “poverino” ma per quello che tu sai fare”.

“A volte diamo tutto per scontato e invece non bisogna scordarsi quello che abbiamo, penso alla mia esperienza, all’inizio vivevo tutto come un sogno. Lo sport è lo strumento più importante per i bambini, ognuno ha dei talenti speciali, che si possono trasmettere durante le gare; nel mio percorso sono stato fortunato, ero timido e chiuso e proprio lo sport ha favorito la mia inclusione. Grazie allo sport ho potuto seguire un sogno, e sostengo il progetto proprio per questo”, concorda Lorenzo Libutti. 

“I migliori educatori alla fragilità sono le persone fragili, lo ripeto spesso, ce la fanno riconoscere, dobbiamo apprendere da loro, in un mondo che a volte va troppo forte. È per questo che un progetto inclusivo come questo è importante, la fragilità solo per gli addetti ai lavori, entra in ogni aspetto della vita della persona e della sua famiglia”, ricorda l’assessora alla Città senza Barriere Annalisa Rabitti. “Poi c’è un grande tema delle persone fragili, quello della solitudine, è una parte difficilissima, quando lo sport riesce a inserire anche un solo bimbo, che si sente in un gruppo di amici con altro, è una magia. Ogni volta che un bimbo fa questo è una magia, e lo sport vince, la città vince. Parliamo di un valore unico, pazzesco. Infine, l’aspetto dell’integrazione: i ragazzi sono inseriti con tutti altri atleti, e rendono il loro mondo più consapevole, fanno un grandissimo lavoro culturale.”

Parla di valori anche Gianni Zobbi, direttore dell’unità operativa di Medicina dello Sport e Prevenzione Cardiovascolare: “Umiltà, rispetto, attenzione, la capacità di ascolto e di confronto sono valori che chiedono al medico che si avvicina al ragazzo con disabilità, sono valori che ho visto emergere negli operatori di All Inclusive Sport, sono valori che vedo in Libutti e Messori, sono valori che ci uniscono”.

LINK PER LE DONAZIONI 

La campagna:  

Il video di presentazione della campagna:  

Il sito del progetto