“Fiscalmente pericoloso”: sequestrati conti, quote societarie e un immobile a Di Tinco

Guardia di Finanza Reggio davanti alla villa – GDF

Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Reggio, su disposizione della Procura reggiana e in esecuzione di un provvedimento del tribunale di Bologna, ha sequestrato (assieme agli amministratori giudiziari nominati) alcuni beni nella disponibilità dell’imprenditore reggiano Giambattista Di Tinco, ex amministratore unico della Dg Service di Calerno, arrestato lo scorso marzo con le accuse di usura ed estorsione nell’ambito dell’operazione denominata “Ottovolante”.

I beni in questione, secondo gli inquirenti, erano “detenuti in valore sproporzionato al reddito dichiarato o all’attività economica svolta”. Il sequestro è arrivato al termine di una serie di investigazioni di carattere economico, finanziario e patrimoniale eseguite dalle Fiamme Gialle reggiane. I militari hanno analizzato il tenore di vita e il patrimonio di Di Tinco e del suo nucleo familiare, oltre alle spese sostenute per l’acquisto di immobili e partecipazioni societarie, confrontando poi questi dati con le entrate dichiarate ai fini delle imposte sui redditi: è così che è stata rilevata una disponibilità di beni materiali e risorse finanziarie giudicata “ampiamente sproporzionata” (per un valore accertato di circa 1,4 milioni di euro) rispetto ai redditi ufficiali dichiarati e al giro d’affari dell’attività economica lecita formalmente svolta dall’imprenditore.

Alla luce di quanto emerso, la Procura di Reggio ha chiesto e ottenuto dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Bologna un decreto di sequestro anticipato riguardante le quote di tre società riconducibili a Di Tinco (e i relativi compendi aziendali), alcuni rapporti finanziari e un immobile residenziale situato nel territorio comunale di Reggio.



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