Festa Santuario della Porta a Guastalla

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Festa grande nel pomeriggio di domenica 11 settembre a Guastalla con l’arcivescovo Giacomo Morandi per la riapertura al culto del Santuario della Beata Vergine della Porta, a cui da secoli la comunità guastallese è particolarmente legata.

Il lungo e impegnativo intervento di restauro e messa in sicurezza è stato illustrato nel piazzale antistante l’edificio da Angelo Dallasta, direttore dell’ufficio diocesano beni culturali; Stefano Storchi, presidente del comitato per il restauro; Camilla Verona, sindaco di Guastalla; Andrea Costa, consigliere regionale presentati da Edoardo Tincani, capo ufficio stampa della diocesi.

Infine l’arcivescovo Giacomo ha indicato due “miracoli”: il rispetto della tempistica che ha permesso la riapertura al culto della chiesa e l’arrivo di due religiose per l’animazione spirituale.

Quindi lo stesso presule ha presieduto la cerimonia di apertura del portone della chiesa, subito gremita da tanti fedeli e dalle autorità.

La celebrazione eucaristica è stata introdotta dal parroco don Nildo Rossi, che ha ripercorso le tappe dei restauri e ha presentato suor Letizia e suor Vincenza, appartenenti all’Istituto delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria di Parma, che saranno presenti nel santuario.

Nell’omelia della solenne concelebrazione, il vescovo Giacomo ha commentato il brano del Vangelo di San Giovanni con il racconto delle nozze di Cana, sottolineando la materna preoccupazione di Maria perché la festa non fosse rattristata dalla mancanza di vino, ottenendo dal Figlio il miracolo di trasformare centinaia di litri di acqua in ottimo vino.

Il presule ha sottolineato che nel Siracide e nel salmo 104 il vino sia presentato come icona della gioia, purché in giusta misura.

Al riguardo ha evidenziato che la gioia – nonostante le prove spesso dolorose – è elemento essenziale della vita, dell’uomo che ha in contrato Gesù.

Gioia, letizia – ha ribadito l’arcivescovo Giacomo – non si possono produrre; sono frutto di una visita inaspettata, quella del Signore; e ha aggiunto “non possiamo permetterci la tristezza, che apre la strada al peccato!”

Maria invita a non aver paura ad assecondare quanto Cristo dice ad ognuno; serve la “santa follia” di fare ciò che Gesù indica; quindi nessuna cultura individualista.

Mons. Morandi ha poi evidenziato come nella miracolosa immagine della Beata Vergine della Porta siano rappresentati due santi: Francesco d’Assisi e Carlo Borromeo.

Due figure emblematiche vissute in epoche diverse di riforma della Chiesa: hanno voluto riformare, ma partendo innanzitutto da se stessi, mentre la tentazione è molto spesso di voler partire dagli altri.

Quando venne aperto nel sec. XVII il santuario all’invocazione “Sancte porta” i fedeli guastallesi risposero tre volte “Tu che rechi al mondo la luce”: ecco il compito del cristiano anche oggi, essere viva luce.

La Santa Messa, presieduta dal vescovo Morandi è stata concelebrata da numerosi sacerdoti, assieme al vescovo emerito Massimo Camisasca, al vicario generale mons. Alberto Nicelli e al parroco don Nildo Rossi.

Al termine della liturgia mons. Massimo Camisasca, durante il cui episcopato sono stati intrapresi gli indispensabili e impegnativi lavori e assai legato al santuario, ha raccomandato i guastallesi di tenere sempre viva la devozione della Madonna della Porta e a ricorrere a lei con fiducia perché è dispensatrice di doni.