Il Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna di Formula 1, ospitato dal 2020 in poi all’autodromo internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola (con la sola eccezione del 2023, l’anno della tragica alluvione in Romagna, che tra le altre cose aveva causato anche l’allagamento del circuito imolese), è stato escluso dal calendario provvisorio delle gare di F1 del 2026 per far posto al Gran premio di Spagna, che l’anno prossimo si correrà a Madrid.
Sebbene il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale e il sindaco di Imola Marco Panieri si siano affrettati a sottolineare che “l’esclusione non rappresenta la parola fine”, assicurando che le istituzioni locali sono già al lavoro per presentare una proposta strutturale per il 2027 (o, in alternativa, a subentrare a Madrid “in qualsiasi momento già dal 2026”), è indubbio che l’assenza della gara rappresenti un brutto colpo per l’economia del territorio.
Celso De Scrilli, presidente di Federalberghi Bologna, ha espresso tutto il suo disappunto ai microfoni dell’agenzia di stampa Dire, definendo l’addio al Gp di Imola come “una grossa perdita economica e di immagine” per l’Emilia-Romagna, regione simbolo dei motori. Quantificando con più precisione il potenziale ammanco, alla vigilia del Gran premio di quest’anno Il Sole 24 Ore aveva stimato un afflusso complessivo di 200.000 spettatori sugli spalti tra i giorni di prove, di qualifiche e di gara, per un indotto calcolato in 300 milioni di euro: un “tesoretto” che ora l’Emilia-Romagna rischia seriamente di veder andare in fumo, almeno per l’anno prossimo.







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