Il gruppo di +Europa di Reggio, alla luce della nuova situazione politica in Afghanistan, ha lanciato un appello affinché l’Europa non riconosca il nuovo governo dei Talebani.
“ In 20 anni i Talebani si sono riorganizzati e oltre a combattere l’Occidente hanno imparato l’arte della diplomazia e l’importanza della comunicazione moderata. Sono riusciti a consolidare rapporti diplomatici e finanziari con Russia, Cina, Iran, Turchia e Pakistan”.
Il movimento talebano, ha ricordato +Europa, “inizialmente si è costituito in un Afghanistan stravolto dal caos seguito al ritiro delle forze Urss. Nel 1996 i Talebani hanno dichiarato, come stanno facendo oggi in maniera diversa, la nascita dell’Emirato islamico, imponendo la Sharia. All’epoca le loro leggi erano accompagnate da esecuzioni di massa, fustigazioni e amputazioni. Alle donne fu proibito l’accesso all’istruzione e furono costrette a indossare il burqa”.
“In seguito agli attacchi dell’11 settembre, gli Usa – con alcuni partner occidentali e con il benestare dell’Onu – hanno invaso l’Afghanistan e sconfitto il governo dei Talebani. Gli americani hanno lasciato il paese in cambio di generiche garanzie e promesse scritte negli accordi di Doha del febbraio del 2020. Un accordo che, dopo i fatti accaduti nell’ultimo periodo, sembra marcare l’inizio del fallimento attuale. Oggi i fiancheggiatori di Bin Laden hanno vinto”.
“ Nella prima conferenza stampa il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, ha dichiarato che l’Afghanistan non sarà più un campo di battaglia, di non voler cercare nemici esterni o interni, di voler rispettare i diritti delle donne, all’interno della Sharia. Promettono un’amnistia generale per i dipendenti statali, spiegano che sono determinati a fare in modo che nessuno usi mai più il paese per organizzare attacchi terroristici o per il commercio dell’oppio. Ma per farlo, sostengono, avranno bisogno del supporto internazionale, insomma tentano di mostrare un volto “moderato” alla comunità internazionale”.
I Talebani dunque, secondo +Europa Reggio, “proveranno a beneficiare della frammentazione della comunità internazionale nel reagire alla loro presa del potere, approfittando inoltre dei vari protagonisti della regione sensibili non ai diritti delle donne e delle minoranze, ma a prevenire destabilizzazioni interne. La novità non sta nel fatto che i Talebani d’un tratto siano diventati “moderati”. Per convenienza in questa fase hanno interesse a non essere visti come in passato”.
“Usano la Taqiyya: che significa mettere in pratica la dissimulazione precauzionale per nascondere la vera realtà dei loro intenti, per poi essere legittimati come interlocutori politici affidabili. Sembra abbiano imparato a curare la loro immagine, a interloquire con i media e a usare i social network. Tuttavia è difficile credere a questo nuovo corso dei “Talebani moderati”. Molti attivisti afghani non si fidano e sono certi che riprenderanno il loro solito modus operandi del passato”.
La rivincita dei Talebani, secondo la sezione reggiana di +Europa, “si coglie dai social dei movimenti jihadisti globali, dove soffia un pericoloso nuovo vento di esaltazione. Il messaggio che arriva dall’Afghanistan è una vittoria sull’Usa/Nato. Il rischio che molti gruppi jihadisti globali rinascano, ispirati dai Talebani come miti da emulare, con il sogno di costruire Stati islamici estremisti a loro uso e consumo, è reale. L’Europa non dovrà commettere l’errore di legittimare il governo talebano. Serve ascoltare le voci che ci arrivano dagli attivisti afghani “no-taleban” locali”.
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