Emilia-Romagna, ok agricoltura sociale

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Certificato di qualità” con tanto di apposito logo; elenco ad hoc per le fattorie dove si pratica “agricoltura sociale”; impegno della Regione a formarne gli addetti e controllare che non ci sia chi si fregia di tale titolo senza esserne in possesso; possibilità per i titolari di aziende agricole sociali di chiedere il divieto di caccia sull’area del proprio fondo rustico. Sono i punti principali del progetto di legge sull’agricoltura sociale approvato dall’Assemblea legislativa a larga maggioranza.

“E’ una legge di grande importanza politica, perché ci permette di cominciare a lavorare sulle fragilità del sistema agricolo, che, uscendo dalla mera logica economica, rende sempre più attuale il principio costituzionale del valore sociale dell’impresa: è importante che ci sia stata collaborazione tra maggioranza e minoranza, perché ci stiamo occupando degli ultimi, dei più fragili”, spiega il relatore di maggioranza Stefano Caliandro (Pd), che ricorda come il provvedimento in questione si inserisca nell’alveo delle più vaste azioni di sostegno al mondo agricolo che la Regione porta avanti da tempo e su cui si impegna con convinzione e serietà. “Dobbiamo operare perché i nostri agricoltori restino sul territorio e per fare questo occorre cambiare molte cose, a partire dalle fattorie didattiche per arrivare alle attività di formazione”, sottolinea il relatore di maggioranza.

Dal canto suo, il relatore di minoranza Fabio Rainieri (Lega) evidenzia come “sicuramente questa è una legge che rappresenta un’importante novità per l’Emilia-Romagna: può aiutare a migliorare il contributo che gli agricoltori offrono al nostro sistema economico e servirà anche a far veicolare un giusto messaggio sul mondo agricolo. Occorre, però, -mette in chiaro il relatore di minoranza citando quanto avviene in Lombardia e in Veneto- una maggiore partecipazione da parte dell’Assemblea legislativa e la realizzazione di corsi per chi vuole avviare un’azienda agricola sociale o convertire la propria azienda agricola nella direzione dell’agricoltura sociale”. Rainieri ha poi ribadito l’importanza “di portare le persone a conoscere il mondo agricolo, le fattorie e i campi: è un mondo, quello agricolo, senza il quale non riusciremmo a vivere. Nel merito della legge -sottolinea il relatore di minoranza- c’è stato un confronto proficuo fra le forze politiche e ringrazio l’assessore all’agricoltura Mammi e il relatore di maggioranza Stefano Caliandro per la collaborazione”.

Apprezzamento per la legge è stato espresso da Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) per il quale “questa legge rappresenta un punto di svolta importante per il nostro territorio”, mentre Fabio Bergamini (Lega) sottolinea come “dobbiamo sostenere le aziende agricole, specie quelli di alta qualità: questa è una legge importante”.

Dal canto suo Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) ha promosso la legge ricordando come siano state accolte le richieste avanzate dai 5 stelle in merito all’importanza dell’agricoltura biologica e della fornitura di prodotti da agricoltura biologica alle mense, agli ospedali e alle scuole.

Netta la posizione di Marco Mastacchi (Rete Civica): “E’ una legge di cui si sentiva il bisogno, perché riconosce all’agricoltura il ruolo di contenitore sociale che le è proprio, che aveva sempre avuto e che purtroppo aveva perso negli ultimi decenni a causa del cambiamento degli assetti della società. E’ un bene che bambini imparino come si coltivano gli ortaggi e che siano consapevoli che frutta e verdura non crescono sugli scaffali dei supermercati”.

Nella sua replica, l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi ha ringraziato i relatori Caliandro e Rainieri e le forze politiche per il lavoro svolto e ha sottolineato come “purtroppo in passato l’agricoltura non sia stata messa al posto che le competeva. Con questa legge riavviciniamo i cittadini al mondo agricolo e sosteniamo le imprese agricole”.

Dubbi sul progetto di legge sono stati espressi da Michele Barcaiuolo (Fdi) che, in particolare, ha criticato “lo scarso controllo previsto dalla norma legislativa, le scelte insufficienti sulla vendita diretta e una visione troppo restrittiva nel rapporto con la caccia”.

Voto favorevole, invece da Silvia Zamboni (Europa Verde), “Approvo la legge perché intreccia valori ambientali e sociali”, e da Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) che parla di “una legge positiva, importante e di sicura validità”.