Emergenza miasmi a Roncocesi, scintille tra cittadini e Arpae sul caso Farm Service

Farm Service Roncocesi silos – FS

Anche in questo 2025, come accade ormai puntualmente ogni anno con l’arrivo del caldo estivo, la frazione reggiana di Roncocesi si è ritrovata a fare i conti con i miasmi provenienti dalla Farm Service, azienda specializzata nella lavorazione di sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano con sede in via Rinaldi, proprio a ridosso di alcune abitazioni.

E così, anche quest’estate le segnalazioni da parte dei cittadini si sono moltiplicate. Ma dopo la replica di Arpae, il dibattito si è riacceso: l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna, infatti, ha risposto direttamente all’attivista che è stata tra le prime a sollevare il tema, Sara Beltrami, scelta che secondo molti rischia di ridurre a una questione personale un disagio che riguarda invece un’intera comunità.

“È un peccato – ha spiegato la stessa Beltrami – che Arpae abbia deciso di indirizzare la sua risposta a una persona sola, a me, perché questo atteggiamento dimostra la volontà di spostare l’attenzione da ciò che realmente conta: il problema non è ‘mio’, bensì riguarda una comunità intera. Non parliamo di un fastidio individuale, ma di una condizione che continua a essere segnalata dai residenti da trent’anni a questa parte. Non credo che per l’ente sia stata una grande novità. Io sono solo, come attivista, una portavoce di questa, come di altre istanze, della mia frazione di appartenenza”.

Il nodo delle segnalazioni resta centrale. Arpae sostiene che le denunce siano limitate (appena cinque in tutta l’estate, secondo l’ente), ma i cittadini di Roncocesi smentiscono questa versione. “Vero è che il quadro normativo attuale non facilita la tutela del cittadino in questi casi, ma qualcosa non quadra”, ammette Beltrami: “Perché ancora oggi circolano lamentele sui social e nelle chat di quartiere? Non solo: diversi cittadini raccontano di aver provato a contattare il numero di Arpae, scoprendo peraltro che in orario serale la chiamata diventa a pagamento. Un aspetto che lascia perplessi, considerando che si tratta di un servizio pubblico che dovrebbe essere accessibile a tutti. Sono questioni pubblicate anche sui social, non lo dico io, basta andare a leggere”.

Secondo alcune testimonianze sui social, in effetti, l’agenzia Arpae avrebbe invitato chi lamenta disagi a rivolgersi al servizio di igiene pubblica: “Con questa novità si sposta il problema da un ufficio all’altro senza affrontarlo nella sua sostanza”, secondo l’attivista. “Ad Arpae forse sfugge che qui non si tratta di fare la guerra a qualcuno, ma di chiedere aiuto per tutelare la qualità della vita degli abitanti della frazione. Nessuno vuole accusare Arpae, né tantomeno l’azienda che sarebbe presumibilmente responsabile delle emissioni. Si chiede solo di prendere atto della situazione e di lavorare per una soluzione che concili il benessere abitativo e le esigenze produttive”.

L’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna, dal canto suo, ha spiegato che Farm Service “è oggetto di periodici controlli e ispezioni con campionamenti a sorpresa da parte di Arpae, oltre ai campionamenti su aria e acque a carico dell’azienda, sulla base di quanto previsto dall’Autorizzazione integrata ambientale”. Arpae ha anche ricordato che lo scorso 21 agosto, dopo aver ricevuto due segnalazioni nella stessa giornata, ha inviato una squadra a effettuare un sopralluogo, senza rilevare irregolarità e criticità in quel momento.

Nel frattempo, però, i miasmi continuano a essere percepiti e le segnalazioni non si fermano: “Non serve a nulla trincerarsi dietro un nuovo sistema di abbattimento delle emissioni, entrato in funzione nel 2022. Evidentemente oggi, nel 2025, per tutta una serie di condizioni ambientali e non, questo non basta più. Piaccia o no, i cittadini continuano a segnalare il problema. Qualcuno prima o poi dovrà decidere cosa farne”, ha concluso Beltrami.



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