Lavoro, effetto Covid sui nuovi contratti

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Sono oltre 6.600 i contratti che gli imprenditori stimano di attivare in provincia di Reggio nel trimestre compreso tra luglio e settembre di quest’anno, di cui 2.140 nel solo mese di luglio, secondo l’analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio reggiana sui dati del sistema informativo Excelsior.

La somma totale relativa al trimestre estivo evidenzia tuttavia un drastico calo delle assunzioni rispetto a quanto avvenuto nello stesso periodo del 2019: la flessione, infatti, si attesta al 35% (quasi 3.600 contratti in meno), con un decremento ancor più accentuato nell’industria (-45%) e mediamente più contenuto, invece, nei servizi (-28%).

Il trend, come da attese, risente pesantemente del periodo di lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus, che ha parzialmente paralizzato l’attività produttiva del Paese per quasi un trimestre e ha messo in crisi diverse realtà imprenditoriali in tutta Italia.

L’unica nota positiva, nonostante le incertezze del momento, riguarda l’aumento – rispetto allo scorso anno – della quota percentuale rappresentata dai nuovi contratti di lavoro stabili. Analizzando nel dettaglio la situazione prevista per luglio, infatti, dei 2.140 contratti previsti in provincia di Reggio oltre un terzo saranno a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 67% dei casi saranno a termine, cioè a tempo determinato o legati ad altri contratti con durata predefinita.


Il settore dei servizi assorbirà il 66% delle nuove assunzioni, che nel 61% dei casi saranno attivate da imprese con meno di 50 dipendenti. Tra i profili professionali spiccano gli operai specializzati e i conduttori di impianti, che da soli rappresentano il 32% del totale delle nuove entrate previste nel mondo del lavoro provinciale reggiano.

Come solitamente accade nel periodo estivo, inoltre, una consistente quota (500) dei contratti relativi al mese di luglio è riferita alle attività di servizi di alloggio e ristorazione: 280 contratti riguarderanno invece le industrie meccaniche ed elettroniche, 250 i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone, 190 i servizi alle persone e 180 il commercio.

Nell’industria sono previsti 740 nuovi ingressi, di cui 630 nel settore manifatturiero e delle public utilities e 110 nel settore delle costruzioni. Suddividendo le entrate stimate nel periodo per area funzionale d’inserimento, si può osservare che la quota maggiore (48%) è prevista nella produzione di beni ed erogazione di servizi, nelle tecniche e progettazione (17%), nella commercializzazione e vendita (15%), seguite da amministrazione e servizi generali (13%) e dalla logistica (9%).

Il 18% delle entrate sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, una quota superiore alla media nazionale (che è del 15%).

Nel 36% dei casi, i contratti interesseranno giovani con meno di 30 anni. Nel 59% dei casi sarà richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore, mentre il 13% dei contratti sarà riservato a personale laureato.

La tipologia di figure professionali richieste per l’inserimento in azienda si scontra però, anche in questo 2020, con difficoltà di reperimento, che affliggono il 35% dei profili richiesti. Dalle analisi dell’Ufficio studi emerge come tra le professioni più difficili da reperire ci siano i conduttori di mezzi di trasporto, per i quali si prevedono 80 contratti complessivi ma che in 7 casi su 10 si ritiene siano figure difficili da individuare; a seguire i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (110 entrate, con un tasso di difficoltà di reperimento stimato al 56%) e gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (160 ingressi, difficoltà di reperimento al 63%).