E nella Bassa la Lega contro i pakistani

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Mentre a Reggio Emilia è polemica per la festa islamica a cui ha partecipato il sindaco, nella Bassa è la comunità pakistana ad essere al centro di pesanti accuse dopo la devastazione del pronto soccorso dell’ospedale di Guastalla e di un’ambulanza della Croce rossa di Reggiolo dell’altra notte.

Cristina Fantinati della Lega ha infatti diffuso oggi un lungo comunicato, sottoscritto anche da una ventina di consiglieri comunali in Comuni della Bassa, in cui si afferma come questi “episodi, sempre più spesso – lo diciamo con amarezza – coinvolgono cittadini di origine pakistana (ma non solo) a dimostrazione che le politiche dell’immigrazione messe in campo dal Pd locale hanno clamorosamente fallito”.
“Ricordiamo anche la tragedia di Saman Abbas, i cui genitori padri-padroni e il clan famigliare, incarnazione delle più violente, medievali e aberranti tradizioni tribali talebane, abitavano a Novellara da 16 anni senza che le istituzioni locali, colpevolmente, si siano accorte di qualcosa – si legge ancora – Senza dimenticare il violento regolamento di conti con picconi e altre armi bianche accaduto in pieno giorno ad inizio giugno in un tranquillo quartiere residenziale di Novellara, per mano di una banda di pakistani ebbri. Una situazione di disagio più volte denunciata dai residenti che ci chiedono maggiore sicurezza. Episodi di minor rilevanza penale, ma non meno gravi, si rilevano in tutta la Bassa Reggiana. Riteniamo che questi episodi dimostrino, in maniera incontrovertibile, che esiste un problema di
integrazione con le migliaia di pakistani che negli ultimi anni si sono insediati nei nostri territori.
E che esiste un problema di gestione dei richiedenti asilo: il modello dell’accoglienza diffusa nei nostri territori tanto decantato dalle amministrazioni Pd, le centinaia di migliaia di euro buttate in tanti inutili progetti di integrazione, non funziona. Non si può negare che l’integrazione sia riuscita con la numerosa comunità indiana, sia Sikh che Indù. Ciò detto, possiamo dire che la comunità pakistana, che non ha speso una parola di condanna per questo gesto folle, appare poco coesa al suo interno e del tutto disinteressata ad integrarsi con la società che li ospita, prova ne sia la pressoché totale assenza di associazioni di riferimento nella Bassa Reggiana, con la sola eccezione di Correggio. Crediamo che sia necessario darsi da fare concretamente per costruire un modello di integrazione che, se non parte attivamente e genuinamente dalle comunità straniere (come avvenuto per gli indiani), deve partire su input degli amministratori locali. Questa è la nostra idea di integrazione: non possiamo permetterci di avere, sul territorio provinciale, migliaia di stranieri di cui non si sa nulla, che vivono nei nostri paesi come fossero un corpo estraneo e che si rendono protagonisti di comportamenti delittuosi e violenti”.
“Apprendiamo pure dalla stampa che una pattuglia della Polizia Locale dell’Unione Bassa reggiana ha scortato l’ambulanza al pronto soccorso, per poi andarsene al momento dell’arrivo all’ospedale, senza aspettare di accertarsi che il paziente fosse effettivamente tranquillo o sedato: quando ha cominciato a delirare, sono dovuti intervenire i carabinieri -conclude il comunicato – Chiediamo al presidente dell’Unione Camilla Verona di verificare che venga condotta un’istruttoria interna da parte del Comando della Polizia locale dell’Unione Bassa reggiana per accertare se siano stati commessi degli errori sulla messa in pratica del protocollo in casi come questo. La presenza degli agenti di polizia locale per qualche minuto in più al pronto soccorso avrebbe sicuramente evitato i danneggiamenti da parte del pakistano”.