Disturbi alimentari: in Emilia 2mila all’anno ne soffrono, la metà finiscono in ospedale

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In Emilia-Romagna annualmente sono più di 2mila le persone prese in carico dal sistema sanitario regionale per disturbi del comportamento alimentare (in quasi la metà dei casi è necessario un ricovero ospedaliero), per oltre il 90 per cento di sesso femminile. Il fenomeno è in costante aumento (con un’acutizzazione importante nella fase emergenziale collegata al covid), con anche episodi di esordio in età pediatrica.

Approvata – con voto unanime – in commissione Politiche per la salute e politiche sociali (presieduta da Ottavia Soncini) una risoluzione per chiedere il potenziamento dei servizi collegati a questo tipo di problemi.

Nell’atto (a firma dei consiglieri Massimiliano Pompignoli della Lega, Ottavia Soncini, Francesca Marchetti, Stefano Caliandro, Lia Montalti, Luca Sabattini, Massimo Bulbi, Matteo Daffadà, Manuela Rontini, Antonio Mumolo, Pasquale Gerace, Roberta Mori, Marco Fabbri, Marilena Pillati e Giuseppe Paruolo del Partito democratico, oltre a Silvia Piccinini del M5s, Silvia Zamboni di Europa verde, Stefania Bondavalli della lista Bonaccini e Federico Amico di Emilia-Romagna Coraggiosa) si chiede, in particolare, di includere, su tutto il territorio regionale, queste problematiche nel sistema Cure (Cartella sociosanitaria informatizzata unica regionale), un progetto della Regione Emilia-Romagna che racchiude le attività di salute mentale degli adulti, dipendenze patologiche, neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, psicologia clinica e servizi di tutela dei minori. Si richiede, poi, che le linee di intervento Dna (Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione) e Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) vengano uniformate in tutte le aziende sanitarie della regione. Si sollecita anche l’attivazione di gruppi di auto-mutuo-aiuto, anche a sostegno delle famiglie, e il potenziamento dei programmi di trattamenti integrati (con il coinvolgimento di psicologhi, psicoterapeuti, nutrizionisti, psichiatri e neuropsichiatri). Infine, si auspicano programmi di formazione ad hoc per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta.

La pentastellata Silvia Piccinini, con un emendamento (approvato in commissione), chiede di promuovere, coinvolgendo gli enti locali, campagne di sensibilizzazione e informazione sulle tematiche dei disturbi alimentari e dei problemi relativi alla salute mentale fra giovani e giovanissimi. La consigliera sollecita poi il potenziamento dei servizi attivi sul territorio.

Due gli emendamenti presentati dalla consigliera Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia): con il primo (approvato) chiede, sul tema della formazione, il coinvolgimento degli psicologi impegnati all’interno delle scuole, mentre con il secondo (respinto) sollecita un potenziamento delle strutture rivolte al ricovero dei pazienti.

La dem Francesca Marchetti, nel rilevare come queste azioni vogliano essere una risposta ai bisogni emergenti dei ragazzi, spiega quanto sia centrale il tema della formazione. Parliamo, ha poi rimarcato la consigliera, “di un fenomeno in grande aumento, che coinvolge anche i giovanissimi”.

Per Federico Amico (ER Coraggiosa) “è importante che sia stato approvato, su questo tema, un testo condiviso dalle diverse forze politiche”. Il consigliere ribadisce poi la necessità di leggere le complessità di questo disturbo, “con a supporto – sottolinea – strumentazioni adeguate per rendere i servizi collegati maggiormente efficaci”