Venerdì 20 giugno diecimila lavoratori metalmeccanici hanno partecipato a Bologna alla manifestazione regionale di protesta per chiedere il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto da oltre due anni: il corteo ha anche invaso per protesta la tangenziale della città, bloccando temporaneamente il traffico su uno dei due sensi di marcia.
La Questura di Bologna, tuttavia, ha spiegato che l’ingresso in tangenziale non era stato concordato con gli organizzatori e che i manifestanti saranno denunciati ai sensi del nuovo Dl Sicurezza.
Una prospettiva che è stata duramente criticata dal presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale: “Dopo 26 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, un’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto e la totale assenza di politiche industriali da parte del governo, i metalmeccanici hanno tutto il diritto di far sentire la propria voce. Lo hanno fatto con una manifestazione pacifica, simbolica, come accade da sempre nella storia delle battaglie sindacali”.
Per il presidente della Regione “è assurdo che per effetto del ‘Decreto Sicurezza’ del governo Meloni difendere il proprio lavoro e il proprio stipendio senza alcun atto violento, nessun danno, nessuna minaccia, possa diventare un reato. Un uso strumentale e propagandistico del diritto penale, che porta a criminalizzare il dissenso e la protesta sociale. Il Codice penale deve servire a tutelare la collettività da comportamenti realmente pericolosi, non a silenziare rivendicazioni legittime. Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici: la loro voce merita risposte concrete, non denunce”.







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