Dalla Regione Emilia-Romagna 18 milioni ai Comuni per abbattere o azzerare le rette dei nidi

Bimbi al nido Regione Emilia-Romagna

La Regione Emilia-Romagna ha stanziato 18 milioni di euro a favore dei 220 Comuni della regione sede di servizi educativi per la prima infanzia per abbattere o azzerare le rette di frequenza al nido e ai servizi integrativi, sia pubblici che privati convenzionati (spazio bambini, centri per bambini e famiglie e servizi domiciliari). Un provvedimento che, su tutto il territorio, interessa una platea di oltre 28.400 bambini da 0 a 3 anni.

A questo obiettivo sono destinati, per l’anno scolastico 2019-2020, 18,25 milioni di euro, cifra che sarà confermata anche per i due anni scolastici successivi (2020-2021 e 2021-2022) in sede di predisposizione del prossimo bilancio pluriennale.

Ai Comuni sarà assegnato un budget finanziario determinato sulla base del numero dei bambini iscritti nell’anno 2017-2018. Potranno usufruire delle risorse soltanto i Comuni che entro il 15 settembre faranno richiesta di finanziamento alla Regione, accompagnata da un impegno formale a utilizzare le risorse esclusivamente per l’abbattimento delle rette di frequenza.

La riduzione delle rette interesserà i nuclei familiari con un Isee massimo di 26mila euro, che potranno risparmiare in media mille euro l’anno per ogni bambino iscritto – anche di più nel caso di bambini disabili o residenti in un Comune montano.

La decisione su come articolare concretamente l’abbattimento o l’eventuale azzeramento delle rette spetterà ai singoli Comuni, visto che la politica tariffaria risulta ad oggi molto diversificata sul territorio regionale. Considerando che attualmente il costo delle rette mensili può variare da 100 a 500 euro per un nido a tempo pieno, l’impatto atteso è stato stimato nell’abbattimento di almeno un terzo del costo per le rette medie fino all’azzeramento per quelle più basse.