Dal Ministero un milione di euro per il potenziamento delle infrastrutture digitali dell’Università di Parma

macbook studente universitario

Il Ministero dell’Università e della ricerca ha stanziato più di un milione di euro per il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche per la digitalizzazione della didattica e dei servizi agli studenti dell’Università di Parma. La ripartizione dei fondi, messi a disposizione dal decreto ministeriale 81 del 13 maggio scorso, ha previsto per l’ateneo ducale 1.035.039 euro, che saranno utilizzate per realizzare un piano di potenziamento ad hoc.

Il Piano delle infrastrutture tecnologiche, presentato al Miur dopo la sua approvazione da parte del consiglio di amministrazione dell’ateneo, comprende una serie di interventi secondo due direttrici principali: da un lato la necessità di garantire la “didattica mista”, in coerenza con la strategia resa necessaria dall’emergenza Covid-19, dall’altro l’idea di fondo di progettare gli interventi non come soluzioni temporanee e contingenti ma con una visione di ottimizzazione e di efficientamento strutturale dell’ateneo in una prospettiva di lungo termine.

Proprio in questa logica il finanziamento consentirà di potenziare le infrastrutture di rete e la copertura wi-fi nelle aule, migliorare e innovare gli impianti audiovisivi, dotare le aule di dispositivi tablet e portatili per lo svolgimento delle lezioni, attrezzarne alcune con lavagne interattive, potenziare le piattaforme tecnologiche per la didattica, consentire un supporto adeguato nelle aule per l’utilizzo dei dispositivi e delle piattaforme disponibili.

“Stiamo lavorando intensamente – ha spiegato il delegato del rettore per i sistemi informativi Andrea Prati – sul tema delle infrastrutture digitali a sostegno della didattica. L’ateneo sta tempestivamente attuando, anche grazie al significativo finanziamento del Miur, un piano di adeguamento delle infrastrutture tecnologiche a supporto delle attività didattiche con un approccio di programmazione strutturale a medio-lungo termine. La logica è proprio questa: investire sul futuro nella prospettiva di un’università che in piena sicurezza vuole tornare a essere “in presenza” al più presto”.