‘Daisy Jones&The Six’, sognando California

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7.8

Se amate la California degli anni Sessanta e Settanta del Novecento “Daisy Jones & The Six” è il libro che fa per voi. E se credete nell’amore sofferto, ricambiato ma non consumato e/o nell’amore redentore che vi tiene lontano dai guai Daisy Jones & The Six è il libro che fa per voi. Risposta affermativa? Tuffatevi, allora, senza indugi nella storia della rock band americana più famosa del mondo negli anni Settanta, Daisy Jones e The Six, che si dissolse il 12 luglio 1979, dopo la trionfale tournée mondiale per promuovere il loro primo lp di grande successo “Aurora”. Una fine dovuta alla misteriosa scomparsa di Daisy Jones, dopo il concerto al Chicago Stadium.
È un romanzo dalla struttura originale: la storia di Daisy Jones e di Billy Dunne, leader e cantante dei The Six, è ricostruita con le interviste ai protagonisti, ai membri della band, al produttore, al manager, alla moglie di Billy, Camila, al fotografo, che li immortalò nella copertina di “Aurora” (i testi delle canzoni in appendice), e ad altri che li conobbero.

«Avevo quindici anni – racconta Billy – nostra madre mise da parte i soldi e ci regalò una vecchia Stratocaster per Natale. Graham ne fece una malattia, e così gliela lasciai. Io mi tenni la Silvertone», la chitarra del padre che aveva lasciato dopo essersene andato via. I due fratelli non fanno che strimpellare tutto il giorno. Alla metà degli Sessanta, Billy Dunne e il fratello Graham, formano la band di blues rock Dunne Brothers. Bob Dylan l’ispiratore. Nel 1967 entrano nel gruppo Warren, batteria, Pete, basso, Chuck, chitarra ritmica, e successivamente arriva Karen, già membro dei Winters, alle tastiere. Ecco The Six. Tanti concerti e poi il contratto con la Runner Records. La scena è quella californiana.

«Ricordo – dice Daisy – che un giorno chiesi una sigaretta a un roadie dei Byrds. Imparai in fretta che, se non portavi il reggiseno, la gente ti credeva più grande … E così una sera chiesi una siga a quel roadie davanti al Wisky a Go Go. Era la prima volta che fumavo, ma finsi di essere un’esperta». Daisy diventa una groupie e comincia la gavetta.

Nel romanzo si respira a pieni polmoni la cultura rock ‘n roll: eros, thanatos… e droga e alcol, che li rimescolano per bene. Entrambi, Daisy e Billy, combattono coi propri fantasmi.
Con Daisy si segue il cammino di una ragazza, come si sarebbe detto allora, anticonformista, consapevole del proprio selvaggio talento e dell’illusione di essere indistruttibile.

«Siamo a Memphis – racconta Rod, il manager – tutti si stavano preparando a uscire sul palco e di Daisy non c’era traccia. La cercai ovunque… alla fine la trovai nei bagni all’ingresso. Era svenuta… era accasciata a terra con un braccio sopra la testa…». Un’immagine che mi ha rimandato alla copertina di “Broken English”, Marianne Faithfull, ottobre 1979.
Billy è l’incarnazione della rockstar di talento, tormentata e autodistruttiva, che solo le circostanze (fortunate) lo salvano.
Il loro incontro/scontro dà vita alla band più famosa del mondo… e al bel romanzo di Taylor Jenkins Reid.

Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia

Colonna sonora:

THE BYRDS, The Times They Are A Changin’

MARIANNE FAITHFULL, Broken English

THE DOOBIE BROTHERS, Long Train Running

NICOLETTE LARSON & THE DOOBIE BROTHERS, A lotta love

LITTLE FEAT, Dixie Chicken

JONI MITCHELL, Coyote

BLONDIE, Call Me

PATTI SMITH, Rock ‘n’ Roll Nigger

RY COODER, Little Sister

I nostri voti


Stile narrativo
7.5
Tematica
8
Potenzialità di mercato
8