Covid. In Italia aumenta l’indice Rt: è a quota 0.66

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L’ultima riunione della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha certificato una leggera risalita dell’indice Rt in Italia relativo alla pandemia di nuovo coronavirus: l’indice di trasmissibilità dell’infezione da virus Sars-Cov-2, infatti, è aumentato a quota 0,66 (range 0,62 – 0,85), rispetto allo 0,63 della settimana precedente.

Un dato per ora non ancora preoccupante ma che ha certificato una prima inversione di tendenza rispetto ai numeri in discesa delle scorse settimane; come confermato peraltro anche dall’incremento del valore dell’incidenza, passata dai 9 nuovi casi di positività ogni 100mila abitanti della settimana tra il 21 e il 27 giugno agli 11 casi ogni 100mila abitanti dell’ultima settimana presa in considerazione in questa nuova rilevazione (quella compresa tra il 28 giugno e il 4 luglio), con evidenza di aumenti in diverse Regioni e Province autonome.

Sono otto le Regioni/Province autonome classificate a rischio moderato (Abruzzo, Campania, Marche, Veneto, Sardegna, Sicilia, province di Trento e di Bolzano), mentre le altre 13 sono considerate a rischio basso. Nessuna Regione o Provincia autonoma ha superato la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o in area medica.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è attualmente del 2%, con una diminuzione nel numero di persone ricoverate, passate dalle 240 del 29 giugno alle 187 del 6 luglio. Anche il tasso di occupazione in aree mediche è sceso ulteriormente, arrivando a quota 2%: il numero di persone ricoverate in queste aree è diminuito dalle 1.676 del 29 giugno alle 1.271 del 6 luglio.

Si mantiene stabile il numero di nuovi casi di positività non associati a catene di trasmissione (1.539, contro i 1.578 della settimana precedente), mentre la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione (32,6% contro il 37,4% della settimana precedente). Aumenta invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (40,3% contro il 35,8% della settimana precedente). Il 27,2% dei nuovi casi, infine, è stato diagnosticato attraverso le attività di screening.

La circolazione della cosiddetta variante Delta risulta in crescita in Italia. Questa variante sta causando un aumento dei casi in altri paesi con alta copertura vaccinale, motivo per cui Ministero della salute e Istituto superiore di sanità hanno ribadito l’importanza di realizzare un tracciamento capillare e il sequenziamento dei casi, oltre a cercare di raggiungere un’elevata copertura vaccinale puntando al completamento dei cicli di vaccinazione delle persone per prevenire la crescita della circolazione del virus, sostenuta da varianti emergenti con maggior trasmissibilità.