Correggio. Sindacati denunciano: 7 aggressioni in un mese nel servizio psichiatrico

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Diagnosi e Cura sotto assedio. È un grido di allarme unanime di tutti i circa 30 dipendenti che lavorano al Servizio psichiatrico di Diagnosi e Cura di Correggio tra infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici della riabilitazione psichiatrica. “Il personale ha paura di andare a lavorare – denunciano i sindacalisti delle categorie del pubblico impiego Gaetano Merlino, Fp Cgil, Alberto Ansaloni, Cisl Fp, e Emanuele Stavolo Uil Fpl – nell’ultimo mese ci sono stati 7 aggressioni che hanno portato ad altrettanti infortuni”.

In una circostanza il personale è stato praticamente preso in ostaggio e minacciato da un paziente che brandiva un bastone di ferro. Il giorno successivo ci sono state ulteriori aggressioni con un tentativo di strangolamento.

REGOLE DI INGAGGIO CHIARE CON LE FORZE DELL’ORDINE
Servono protocolli tra Ausl, Comuni e tutte le forze dell’ordine. E il servizio deve tornare al più presto a Reggio, dove era collocato fino al 2018.
“Al di là degli episodi gravissimi per i quali esprimiamo il nostro sostegno e solidarietà al personale che tutti i giorni garantisce l’assistenza in questo servizio ad altissima complessità, la vera emergenza è la sicurezza – dichiarano i sindacalisti -. È un problema che deve essere gestito in modo organico coinvolgendo tutte le istituzioni che hanno responsabilità sul tema.  La direzione dell’Ausl si è dimostrata attenta al tema ma non basta. Ausl, Comuni di tutta la provincia a partire ovviamente da quello di Correggio e forze dell’ordine devono creare degli strumenti che garantiscano interventi tempestivi quando i professionisti sanitari hanno necessità e strutturino adeguati percorsi formativi coinvolgendo tutte le istituzioni”.

VITTORIA DEI SINDACATI: IL SERVIZIO DEVE TORNARE A REGGIO
Si sono concretizzati i timori che espressi quando il Diagnosi e Cura era nella sede vicina al Santa Maria Nuova. Allora i sindacati erano contrari al trasferimento del servizio che era in di fronte all’ospedale Santa Maria.  Oggi chiedono il rientro del servizio a Reggio. Questo perché il Comune capoluogo, solo per un fatto di dimensioni, ha una maggiore presenza di forze dell’ordine e di polizia locale e tutti i servizi aziendali, a partire dalla rete dell’Emergenza Urgenza sono più vicini e con risorse maggiori rispetto all’ospedale di Correggio.  Su questo la direzione dell’Ausl, per la prima volta dal 2018, si è dichiarata favorevole senza però poter garantire tempi certi.

APPELLO ALLA POLITICA: MENO TAGLI DEI NASTRI, PIÙ SOSTEGNO AI SANITARI
“Notiamo infine con stupore – dichiarano Gaetano Merlino della Fp Cgil, Gennaro Ferrara della segreteria della Cisl Funzione Pubblica e Emanuele Stavolo, Uil Fpl – la completa assenza della politica. Tutti presenti quando ci sono inaugurazioni e tagli del nastro ma meno presenti quando i nostri professionisti sono in estrema difficoltà. Occorre trovare soluzioni tempestive, dobbiamo anticipare il problema. Non aspettiamo che ci scappi la tragedia o peggio il morto. Oggi il professionista sanitario si è trovato con le mani al collo. Domani il rischio è che si discuta di cosa si poteva fare per evitare tutto ciò e trovare il colpevole. Gli episodi accaduti hanno una gravità che deve far riflette tutti, noi tutti siamo responsabili, non possiamo stare zitti e abbiamo il dovere di tutelare chi ci tutela”.



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