Coop sociali: +9% gli occupati, ma servono nuove azioni per il lavoro

Patrizia FANTUZZI-PRIMO PIANO

Con una crescita del 9% in un triennio, si sono portati a 2.318 gli occupati nelle 83 cooperative e imprese sociali reggiane aderenti a Confcooperative; un trend ancor più intenso si è registrato sul versante dei soci, che nello stesso periodo sono aumentati del 12%, portandosi a 3.892 unità.
Sono questi alcuni dei dati emersi dall’assemblea delle coop sociali riunite nella sede di Largo Gerra in vista dell’ormai imminente assemblea congressuale della centrale cooperativa, in programma il 22 febbraio.

Le cifre, insieme ad una sensibile crescita dell’occupazione, parlano anche di una netta prevalenza (due terzi) del lavoro al femminile; le donne occupate, infatti, sono 1.545, mentre gli uomini di fermano a 773 unità.
Un dato – spiega la presidente di Federsolidarietà/Confcooperative Reggio Emilia, Patrizia Fantuzzi – che riflette quella forte segmentazione delle attività delle cooperative sociali che comunque registra una presenza prevalente in aree di lavoro – che vanno dai servizi educativi, socio-assistenziali e socio-sanitari – tradizionalmente segnate da una maggiore presenza femminile.

Il mondo delle cooperative sociali – come è emerso dall’assemblea – è comunque uno dei più variegati all’interno della cooperazione reggiana, con attività che coprono non solo tutti i servizi alla persona e le aree in cui si registrano fragilità (anziani, ammalati, disabili, richiedenti asilo, minori in stato d’abbandono, ecc.), ma si estendono a diverse aree produttive e di servizio che vanno dalla ristorazione ai servizi ambientali, dall’agricoltura ai lavori meccanici, con incursioni anche nella distribuzione di carburanti e lavanderie.
“Questa presenza, cui corrisponde anche un diffuso lavoro nel territorio e all’interno di tante piccole comunità locali – spiega Patrizia Fantuzzi – è il frutto combinato di due grandi vocazioni della cooperazione sociale: quella legata all’intervento sul sistema di welfare locale in un’ottica solidaristica e di forte relazione con il territorio e il sistema pubblico dei servizi alla persona e quella più riferita all’impegno per l’inserimento al lavoro di persone portatrici di svantaggio, altrimenti a rischio di forme di assistenzialismo e di emarginazione che genererebbero sofferenze in carico alle persone e, contemporaneamente, la mortificazione di risorse, capacità e competenze che rappresentano un valore per tutti”.

“Tutto questo – prosegue la presidente di Federsolidarietà/Confcooperative Reggio Emilia – connota una cooperazione sociale che ha accresciuto le attività slegate da commesse pubbliche e moltiplicato i propri investimenti, ma che ancora soffre di una scarsa valorizzazione – anche economica – del lavoro e delle competenze che esprime. Non a caso, alla crescita dell’occupazione non ha corrisposto un analogo andamento del fatturato, che negli ultimi due anni è rimasto sostanzialmente stabile a poco più di 130 milioni di euro”.
“Scontiamo incomprensibilmente – spiega Patrizia Fantuzzi – meccanismi di affidamento dei servizi che in diversi casi non hanno neppure tenuto conto degli aumenti del costo del lavoro legato a rinnovi contrattuali nazionali pienamente rispettati dalle cooperative sociali, con due conseguenze rilevanti: da una parte lo svilimento del valore, anche sul piano sociale, del lavoro in cooperativa e, dall’altra, l’impoverimento della possibilità di nuovi investimenti a sostegno del sistema di protezione sociale nel nostro territorio”.
“A fronte di questi elementi – conclude Patrizia Fantuzzi – occorre riaprire una stagione di confronto più costruttiva con il sistema pubblico e con gli stessi sindacati per valorizzare al meglio le professionalità e le elevate competenze che la cooperazione sociale reggiana ha maturato nella gestione di questioni anche molto complesse che stanno in capo alle persone, alle famiglie e alle comunità locali”.

All’assemblea delle coop sociali di Confcooperative è intervenuto anche il presidente della centrale cooperativa, Matteo Caramaschi, che ha ricordato che proprio la questione della dignità del lavoro in cooperativa sarà uno dei temi dell’imminente assemblea congressuale di Confcooperative.