Il presidente di Confoindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari, in occasione del voto di domenica 26 maggio, ha diffuso ai candidati nella Circoscrizione Italia nord-orientale (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto).
“Sono un cittadino europeo, un imprenditore europeo, i miei figli sono europei, la terra dove vivo, che amo molto, è una grande regione europea. Per questo auspico che le elezioni del 26 maggio siano un momento di confronto vero sulla politica europea, non l’occasione per “regolare i conti” nel Paese.
L’esigenza di una società più giusta, inclusiva e sostenibile, con maggiori opportunità per i giovani, è tema centrale per tutta l’Europa, non un capitolo del dibattito italiano. I valori di pace, giustizia, solidarietà, partecipazione, impegno che definiscono la nostra comunità sono tratti fondamentali dell’essere cittadini d’Europa e sono più forti e più grandi di ciò che ci può dividere.
Il nostro Paese può trovare a livello europeo un contributo alla soluzione di problemi complessi come l’immigrazione, i ritardi infrastrutturali, le guerre commerciali, le sfide della digitalizzazione: non però nella logica di forzatura esterna − “ce lo chiede l’Europa” − ma come la casa comune in cui le opportunità e le debolezze si possono affrontare con maggior forza e determinazione.
I numeri che abbiamo illustrato nell’incontro “Europa: Centro o Periferia?” di alcune settimane fa danno il senso di un mondo che sta cambiando con rapidità e in modo radicale. Vista da una diversa prospettiva, l’Europa è un piccolo gruppo di minuscole nazioni in un angolo del pianeta. È solo un’illusione che nei nuovi equilibri economici e politici mondiali i singoli Stati europei possano contare davvero.
L’integrazione europea è un fatto imprescindibile per la nostra regione. Lo testimoniano le migliaia di nostri studenti che studiano nelle Università europee e quelli europei che vengono nei nostri atenei grazie ai programmi Erasmus; i milioni di persone che viaggiano grazie all’assenza di frontiere; le migliaia di nostre imprese che hanno investito in altri Paesi; le multinazionali francesi e tedesche che hanno scelto il nostro territorio per essere più competitive nel mondo; i 40 miliardi di euro di merci che ogni anno l’Emilia-Romagna esporta in Europa, grazie anche alla moneta unica e all’assenza di dogane.
Ci attendono nei prossimi mesi passaggi decisionali di fondamentale importanza, da gestire con pragmatismo e intelligenza: dal nuovo Bilancio europeo ai Fondi strutturali che in questi decenni hanno sostenuto investimenti, innovazione, formazione e sviluppo in tutti i settori dell’economia e della società.
Certo, l’Europa è fatta anche di direttive, regolamenti, tecnicalità, norme e burocrazia, ma è anche e soprattutto un ideale, una visione comune. Ridurre l’Europa al dibattito sul rapporto Deficit/PIL è svilente e ingiusto rispetto a ciò che l’Europa è e rappresenta per tutti noi.
Chiunque sarà chiamato a rappresentare le nostre regioni e il nostro Paese al Parlamento europeo potrà contare sul dialogo e la collaborazione degli imprenditori dell’Emilia-Romagna, perché l’interesse comune è più alto di qualsiasi fazione politica.
Ai nostri rappresentanti in Europa chiederemo presenza, impegno, collaborazione, competenza e pragmatismo. Occorreranno capacità di dialogo e di mediazione. Dovremo, con il contributo di tutte le forze economiche e politiche, usare il presente per costruire il futuro. Un futuro che nella nostra visione non può che essere europeo.
Abbiamo di fronte una grande occasione: non smantellare o demolire l’Unione Europea, ma costruirne una più forte e più giusta per rispondere alle sfide di oggi e di domani. Dall’Emilia-Romagna, dai suoi valori, dalla sua storia può venire una spinta positiva e propositiva per costruire l’Europa che desideriamo: un’unione sempre più forte di Regioni e Nazioni, in cui i comportamenti e le regole siano più vicini ai bisogni della società, alle necessità delle imprese, alle aspirazioni delle persone e alle ambizioni dei giovani”.
Ultimi commenti
Prorogate la nonna, non se ne esce governando così.
Stanno tergiversando per utilizzare anche loro lo sconto in fattura.
non ho capito, 55.000 presenze con 11.000 biglietti?