Emilia: il Pil giù del 12%, consumi -9%

regione

Confcommercio e Confindustria protagoniste nell’udienza conoscitiva sul Defr (Documento economico finanziario regionale) per il triennio 2021-2023 convocata dalla commissione Bilancio, presieduta da Massimiliano Pompignoli. I due relatori, quello di maggioranza Luca Sabattini (Pd) e quella di minoranza Maura Catellani (Lega), hanno evidenziato come si tratti di un documento che delinea le misure di politica economica di inizio mandato, che – ha sottolineato l’esponente Dem – “cade in un contesto di portata epocale che impatterà in modo pesante sulla nostra economia, motivo per cui la Regione avrà rilevante centralità e dovrà svolgere un ruolo da protagonista”. Secondo la relatrice leghista, però, “questo documento soffre e soccombe alle conseguenze della pandemia: la speranza è che il lockdown sia stato un castigo obbligatorio e necessario ma che si possa rinascere” anche se “i dati sulla disoccupazione sono preoccupanti e non possiamo pensare solo di potenziare i centri per l’impiego così come l’aiuto alle imprese non può limitarsi a favorire l’accesso al credito”.

Disoccupazione, appunto, e accesso al credito. Ma anche turismo, innovazione e tecnologia sono stati i punti cardine degli interventi delle due associazioni di categoria intervenute.

Antonio Gurrieri di Confcommercio Emilia-Romagna ha riportato una serie di dati: “Il Pil è diminuito del 12% rispetto al secondo trimestre 2020 e del 17% rispetto al secondo trimestre del 2019. C’è un calo dei consumi clamoroso, del 10,9%, con una perdita stimata in 116 miliardi, pari a 1.900 euro pro capite. Nella nostra regione il calo è pari a quello nazionale e sono valori senza precedenti. C’è stato un crollo delle vendite con perdite pari al 13,1%. Ci sono settori che sono davvero in sofferenza gravissima, per questo occorre un approccio straordinario”. Secondo Gurrieri, inoltre, “serve una vera semplificazione delle procedure, anche per quanto riguarda l’accesso al credito, serve una riforma innovativa della normativa, rispondendo ai processi di cambiamento e generando attrattività dei poli urbani. Inoltre, serve tener conto delle esigenze delle micro e piccole-medie imprese, elaborando provvedimenti che non aumentino la burocrazia”. Poi, capitolo ‘turismo’: “Le presenze di agosto in alcune località turistiche sono state presenze di una qualità (anche in termini di permanenza e spesa) molto diverse rispetto all’anno precedente, servono azioni che vadano a stimolare flussi turistici dall’estero investendo con continuità”.

Per Gianluca Rusconi, di Confidustria Emilia-Romagna, “prima dell’emergenza Covid l’Emilia-Romagna si caratterizzava per essere una delle regioni di eccellenza, ma ora il 72% delle aziende dichiara un calo del fatturato e il 15% dichiara di avere avuto fatturato zero. Il primo tema che abbiamo pensato di sviluppare è il modello economico sostenibile, facendo riferimento anche al programma regionale sul clima”. La priorità, per Rusconi, è quella di “avere norme chiare e certe per gli imprenditori che vogliono investire. Dobbiamo ragionare su filiere green, poi sul capitale umano per creare un incrocio tra esigenze lavorative e competenze qualificate affinché le industrie siano competitive. Inoltre, “se la scorsa legislatura – rimarca Rusconi – è stata la legislatura dello sblocco delle opere pubbliche ferme, questa deve essere la legislatura dell’inaugurazione di quelle opere, perché le infrastrutture sono una componente fondamentale dello sviluppo”. Infine, il turismo: “I dati parlano di un calo di 3 milioni di presenze e l’hub aeroportuale di Bologna ha avuto un calo di 4 milioni di presenze, con un significativo problema di bilancio. Bisogna ragionare sul sostegno al reddito per chi lavora nel settore”.

Sollecitazioni e confronti colti dall’assessore al Bilancio Paolo Calvano: “Questo è l’inizio di un percorso. La sfida che abbiamo è far sì che alla programmazione e allo stanziamento faccia poi seguito la spesa, che è il problema enorme della pubblica amministrazione, altrimenti si rischia di avere ricadute e scarsa efficacia della programmazione. Dobbiamo resistere – ha spiegato l’esponente della Giunta – dalla tentazione di usare fondi straordinari per le cose ordinarie. Abbiamo la necessità di fare un salto di qualità, anche attraverso processi di semplificazione da combinare con i processi di digitalizzazione. Col Covid abbiamo fatto cose su cui stavamo ragionando da un po’, come la ricetta rossa che ora arriva sul cellulare, ma non dobbiamo aspettare le emergenze per fare le cose, evitando le ridondanze”.