Con accetta e coltello rapinano il Famila: 2 in arresto

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Armati di ascia e coltello hanno fatto irruzione al supermercato Famila di Brescello, verso le 19 di venerdì, prendendo a pugni il direttore tentennante nell’aprire la cassaforte.

Hanno agito in due, con volto parzialmente travisato. Prima hanno arraffato i soldi delle due casse aperte, poi hanno puntato all’ufficio impossessandosi dei soldi contenuti nella cassaforte. Quindi la fuga su una Fiat cinquecento, risultata rubata poco prima a Castelnovo Sotto, con un bottino di circa diecimila euro.

Da lì la richiesta di intervento al 112 dei carabinieri di Guastalla che ha fatto scattare subito il dispositivo antirapina. L’eccezionale connubio tra il coordinamento delle pattuglie e la collaborazione dei cittadini ha permesso ai carabinieri di Boretto, insieme ai colleghi di Brescello, di rinvenire l’auto rubata e intercettare e catturare i malviventi, nel frattempo saliti su un’auto pulita, condotta dalla madre di uno dei due, recuperando l’intero bottino della rapina e sequestrando le armi.

Grazie a un cittadino, che a distanza seguiva i banditi, rimasto in costante contatto telefonico con l’operatore del 112 di Guastalla, i carabinieri sono riusciti a recuperare l’auto usata per la fuga, una Fiat 500 rubata poco prima a Castelnovo Sotto, per poi intercettare e catturare a San Sisto di Poviglio i due bandit,i fermati a bordo di un’altra auto “pulita”, dove nel frattempo erano saliti, condotta dalla madre di uno dei due rapinatori. Con l’accusa di concorso in rapina aggravata i carabinieri di Boretto, collaborati dai colleghi di Brescello e Castelnovo Sotto, hanno quindi arrestato un 53enne di Ceccano, in provincia di Frosinone (ricercato da 2 anni), e un 37enne domenicano residente a Poviglio. Nei guai anche la madre di quest’ultimo denunciata per concorso. L’attività portava al recupero dell’intera refurtiva, dell’autovettura poco prima rubata, delle armi e dei manufatti idonei al parziale mascheramento, tutto sottoposto a sequestro. I due rapinatori, al termine delle formalità di rito, sono stati ristretti nel carcere di Reggio Emilia.