Cccp-Fedeli: “Nipoti di Togliatti”, Berlino Est auf wiedersehen

«Siamo noi i nipoti di Togliatti», annunciano. Sono, però, coloro i quali hanno seguito la bara del cosiddetto socialismo reale, suonandogli la marcia funebre già dalla metà degli anni Ottanta del Novecento. I Cccp-Fedeli alla Linea (appunto), musicisti reggiani, si formano a Berlino, nel 1982. È nel 1984 che entrano “ufficialmente“ in scena con “Ortodossia” (7”-45rpm).

E Mikhail Gorbaciov, ultimo segretario del Pcus, Partito comunista dell’Unione sovietica (oggi solo una parte dell’ex impero dell’Urss fa parte della Russia putiniana), sarebbe arrivato l’anno dopo, nel marzo del 1985, creando tanta eccitazione e speranze nei comunisti italiani ed emiliani in particolare, quanto uno sconforto distruttivo seguito alla sua caduta e alla dissoluzione della “patria del socialismo”. Correva l’anno 1991.
Da allora il mondo è totalmente cambiato. Alla mostra “Felicitazioni – Cccp-Fedeli alla Linea, 1984-2024”, aperta ai Chiostri San Pietro a Reggio Emilia fin al febbraio prossimo, ci si può andare per diverse ragioni: per nostalgia e per glorificare i bei tempi andati: «Ah! Bei tempi allora, come eravamo giovani… quando tutto era possibile…», dicono; per rispolverare il passato pur restando nel presente. Direi che quest’ultimo è l’approccio migliore – naturalmente anche il primo è più che legittimo, però mi farebbe sentire solo molto vecchio… – perché diventa un passato che provoca domande e solletica curiosità come a coloro che, per la prima volta, lasciano Berlino ovest per entrare in una dimensione oggi aliena. Che un tempo ha mobilitato milioni di persone attente a capire la linea del Partito, che pazientemente veniva spiegata dai dirigenti ai militanti. Esisteva a Reggio Emilia, come nel resto d’Italia, un’associazione che si chiamava Italia-Urss, chiusa nel 1991, dove, oltre alle matrioske e alle balalaike, si potevano trovare gadget di varie forme con l’effige di Lenin (il padre dell’URSS e del comunismo mondiale), bandiera dell’URSS, ecc. Vi si poteva anche studiare il russo.

Alcune cose le troverete nell’esposizione ai Chiostri.

È una bella mostra d’arte multimediale (perché i Cccp-Fedeli alla Linea era una band multimediale), che è anche una piccolo (o grande?) atlante geopolitico-culturale. Perché Berlino Ovest? Si legge all’ingresso: «Attenzione – State lasciando Berlino Ovest». Perché Berlino, dopo la seconda guerra mondiale, è stato diviso fra le potenze vincitrici il nazismo. All’Urss è toccato Berlino Est che faceva parte della Ddr, ossia della Germania dell’Est, che a sua volta faceva parte del blocco dei “Paesi socialisti” che comprendeva, oltre l’Urss, lo Stato guida, la Polonia, la Cecoslovacchia (oggi divisa fra Slovacchia e Repubblica Ceca), Ungheria e la Romania poi riuniti nel Patto di Varsavia. Nella “Sala due” della mostra c’è il trait-d’union con il comunismo reggiano, che aveva sede a Palazzo Masdoni, in via Toschi a Reggio Emilia. Un grande palazzo nobiliare il cui acquisto da parte del Pci reggiano, avvenuto nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, era stato un esplicito messaggio di “potenza” tanto politica quanto economico-culturale verso gli avversari.

In quella sala, dicevamo, è esposto il tavolo ottagonale in cui si riuniva la segreteria provinciale del partito. Ma c’è anche una macchina da scrivere con accanto una pila di “Rinascita”, rivista fondata da Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista italiano. E un armadio a vetri colmo di libri, più i meno ideologici. I politici allora studiavano. Una visita didattica ai politici di destra e di sinistra contemporanei sarebbe, come si dice, auspicabile… E poi la “Sala 23” è denominata “Punk Islam” la cui lunga parete è occupata da una foto di mujaheddin afghani, che si opponevano all’invasione sovietica avvenuta nel 1979. Anche i sovietici, però, se ne dovettero andare sconfitti. Era il 1989.

La mostra, come si può aver intuito dalle righe precedenti, è divisa in stanze, ciascuna della quali porta un nome: la prima è “Sala Ortodossia”, quando tutto ebbe inizio, l’inizio della storia della band… “Live In Pankow, “Spara Jurij”, “Punk Islam”.