Cassa del Baganza, via al maxi-cantiere da 68 milioni di euro per difendere Parma e Colorno

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Mercoledì 13 ottobre ha preso il via il maxi-cantiere della cassa del torrente Baganza, che ha l’obiettivo di creare un invaso capace di ospitare fino a 4,7 milioni di metri cubi d’acqua. Una data, quella dell’avvio dei lavori, che non è casuale: sono passati infatti esattamente sette anni dalla tragica alluvione del 2014, quando il torrente Baganza esondò a causa delle forti piogge travolgendo con acqua e fango diverse strade e quartieri della zona sud-ovest del capoluogo di provincia emiliano.

I lavori, che salvo imprevisti dureranno quattro anni e mezzo, puntano alla messa in sicurezza del nodo idraulico parmigiano, in cui i torrenti Parma e Baganza confluiscono, oltre al miglioramento della difesa dalle piene a valle del capoluogo e dell’abitato di Colorno.

Ad aggiudicarsi la maxi-gara europea è stata l’associazione temporanea d’impresa Strabag – Costruzioni edili Baraldini Quirino. Il costo complessivo dell’opera, considerando anche espropri, studi, progettazioni e verifiche, ammonta a circa 79 milioni di euro.

La cassa sorgerà a circa 15 km a monte della confluenza del corso d’acqua con il torrente Parma, tra i territori comunali di Parma, Collecchio e Sala Baganza. Occuperà un’area di 8,6 ettari e potrà contenere fino a 4,7 milioni di metri cubi d’acqua. A circondarla sono previsti circa 3,3 chilometri di argini, dall’altezza crescente fino a un massimo di 16 metri nella parte più a nord.

L’invaso sarà composto da due comparti che entreranno in funzione in successione, a seconda della quantità d’acqua da contenere. Per la regolazione idraulica sono previsti in tutto tre manufatti in calcestruzzo: il principale sarà una diga dotata di quattro paratoie mobili, che serviranno a governare la portata in uscita dal corso d’acqua, analogamente a quanto avviene per la cassa del torrente Parma.

Il progetto, dopo essere stato approvato in sede di Via (valutazione di impatto ambientale) regionale, ha avuto l’approvazione della direzione generale dighe del Ministero delle infrastrutture, dopo il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Come previsto dalla normativa relativa alle dighe, il progetto è stato perfezionato e testato su un modello fisico in scala 1:40 realizzato nel polo scientifico Aipo di Boretto, in provincia di Reggio: sul modello sono state effettuate prove e verifiche con la supervisione scientifica del dipartimento di ingegneria e architettura dell’Università di Parma.


Alla cerimonia che ha dato il via al cantiere erano presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, l’assessora regionale ad ambiente e Protezione civile (e presidente del comitato di indirizzo dell’Agenzia interregionale per il fiume Po) Irene Priolo e il sindaco di Parma Federico Pizzarotti. Insieme a loro anche Angelica Catalano in rappresentanza del Ministero delle infrastrutture (direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche) e i rappresentanti delle istituzioni cittadine: il prefetto Antonio Lucio Garufi, il vicepresidente della Provincia di Parma Giuseppe Delsante, il rettore dell’Università di Parma Paolo Andrei. E ancora: il segretario generale dell’Autorità distrettuale di bacino del fiume Po Meuccio Berselli e i vertici di Aipo, il direttore Luigi Mille e Mirella Vergnani, responsabile unica del procedimento di Aipo – direzione idrografica Emilia occidentale.

“È una giornata importante per il parmense e l’intera Emilia-Romagna”, ha detto il presidente Bonaccini: “Con l’avvio del cantiere onoriamo un impegno preso con il territorio quando l’alluvione mise a rischio Parma, i suoi abitanti e le loro case. Da quel giorno il nostro lavoro è proseguito senza sosta per mettere a punto un’opera idraulica tra le più importanti realizzate nell’ultimo decennio, per risorse impiegate e portata”.

“Sette anni fa – ha ricordato il sindaco Pizzarotti – Parma ha vissuto una tragedia la cui ferita e il ricordo sono ancora dentro di noi. Da allora abbiamo lavorato costantemente per riportare sicurezza e tranquillità ai quartieri colpiti e a tutta la città. A sette anni esatti dall’esondazione, nel mese in cui la città ha vissuto uno dei momenti più drammatici della sua storia recente, inizieremo a dare vita alla cassa di espansione, che garantirà la giusta sicurezza a tutti i parmigiani: era una promessa e l’abbiamo mantenuta”.