Casa Madonna dell’Uliveto

Casa Madonna dell’Uliveto

Moltissimi cittadini reggiani conoscono per ragioni personali e familiari la Casa Madonna dell’Uliveto, situata sulla collina di Montericco.

Questa realtà, nata nel lontano 1997, costituisce per mia esperienza diretta il punto più alto della civiltà umana in termini di cura, fraternità, amore, attenzione a chi soffre e a chi spesso si trova dinanzi al compimento della propria esistenza. Operatori e operatrici della Casa sono persone eccezionali, modelli di vita e di compassione. Sono addestrati all’accompagnamento al morente: fisico, psicologico, spirituale. E sono fantastici.

Chiunque vi abbia avuto a che fare è testimone di ciò che scrivo. La Madonna dell’Uliveto non è solo un hospice: è un tempio prezioso che restituisce dignità e senso alla vita, che conferisce fratellanza anche ai più soli. È un luogo dove il mistero ontologico trova le risposte migliori possibili. È un luogo dove la paura lascia spazio all’amore.

La Casa Madonna dell’Uliveto è stata voluta, creata e finanziata dalla famiglia Maramotti. Nient’altro da aggiungere.




Ci sono 2 commenti

Partecipa anche tu
  1. Al

    Leggo sul sito della Casa Madonna dell’Uliveto:
    Dall’idea alla realtà
    Il gruppo iniziale, composto da professionisti di settori diversi ma accomunati dalla stessa sensibilità, passione e motivazione per realizzare il progetto, era formato da: don Giuseppe Bassissi, Michela Dall’Aglio, Pierantonio Magnani, Luigi Maramotti, Annamaria Marzi, Gabriella Schiatti, Mauro Severi, Maria Grazia Solimè, Antonio Zini. … L’integrazione tra pubblico e privato ha reso possibile la realizzazione dell’opera e questa stessa integrazione ha permesso, fin da subito, di offrire ai malati assistenza gratuita.
    La Cooperativa no-profit Madonna dell’Uliveto, ha quindi firmato, il 20 Marzo 1998, una convenzione con l’A.U.S.L. di Reggio Emilia per la gestione della Casa.
    Ad essa si sono aggiunti i generosi contributi di Anna Zannoni e Gilda Rapaggi, ciascuna delle quali ha lasciato a noi tutti i risparmi della vita (308.000.000 di lire Anna, 150.000.000 e diversi mobili Gilda) proprio perché quest’opera potesse iniziare.

    Insomma, la realizzazione di questo hospice, davvero unico e importante per tante persone, è avvenuta grazie a una sensibilità più vasta e corale.
    Non fermiamoci ai “nient’altro da aggiungere”!

  2. kursk

    Che Reggio Emilia e molte delle sue famiglie debbano ringraziare i Maramotti
    per aver creato occupazione e salari (bassi ma certi…) nel corso degli ultimi 75 anni è un fatto. Cosi’ come è un fatto che i Maramotti dal territorio, dalla societa’ reggiana, dalla sua classe politica abbiano ottenuto comunque tantissimo e a loro volta restituito molto (l’Hospice ne è esempio cristallino). Rimaniamo in fiduciosa attesa di un, poco probabile, riavvicinamento delle parti. In caso contrario aspetteremo sempre che Luigi Maramotti
    ci dica la verita’ sul dietro front del progetto “Polo della Moda”, un investimento che avra’ sicuramente avuto, di base, un piano industriale con ritorno economico assai cospicuo, tale da giustificarlo e tale che un flemmaticissimo Sindaco e la sua Giunta di dilettanti, di sicuro non avrebbero potuto ostacolare in nessuna maniera…..anzi firmando e sottoscrivendo unanimemente ogni iter burocratico.


Invia un nuovo commento