Blitz contro il caporalato digitale

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Oltre 1.600 rider identificati, 92 cessioni illecite di account scoperte, 22 sequestri di mezzi. E’ quanto emerso dal servizio straordinario di controllo sul territorio nazionale su nuove forme di sfruttamento lavorativo nel settore della cosiddetta Gig economy, effettuato dai carabinieri del Comando per la tutela del Lavoro. Una decina di rider sono stati controllati da carabinieri e polizia locale anche a Reggio Emilia, in particolare in via Emilia Ospizio dove di solito stazionano in attesa di ordinazioni. Sono state elevate alcune sanzioni per violazioni al codice della strada da parte della polizia municipale ed i controlli circa la regolarità dei rapporti di lavoro, delegati dalla Procura di Milano, sono ancora in corso.

L’operazione ha interessato in tutta Italia 823 lavoratori stranieri e 92 di questi sono risultati in cessione di account, l’11,2%. E’ ‘caporalato digitale’, spiega il Generale Bandiera, una piaga che si sviluppa specie nel centronord. In pratica gli account sarebbero registrati sulle piattaforme anche (e spesso) tramite l’utilizzo di documenti falsi e, successivamente ad avvenuto accreditamento, ceduti al rider che materialmente effettua la prestazione previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero da parte del caporale. Gli account registrati e accreditati sulle piattaforme delle società di food delivery, verosimilmente gestiti dal caporale, vengano ceduti ad altra persona (rider) che materialmente eseguirà la prestazione lavorativa della consegna previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero operata dallo stesso titolare dell’account, con conseguenti ingenti profitti per quest’ultimo.

Una decina di riders sono stati controllati, dai carabinieri e dalla polizia municipale a Reggio Emilia, nell’ambito di un’indagine della procura di Milano relativa al caporalato digitale in questo settore. I militari hanno svolto dei controlli