Candidature: le tensioni nel Pd emiliano

Si avvicina la scadenza per la presentazione delle liste (lunedì 29 gennaio) e si acuiscono le tensioni nei partiti in vista del voto del 4 marzo. In Emilia, nel Pd tutto è di nuovo in ballo dopo la decisione di trasferire Pierferdinando Casini in una posizione diversa rispetto all’uninominale di Bologna città: il prezzo dei consensi in uscita a sinistra è stato considerato troppo esoso.

 
La nuova legge elettorale e i sondaggi poco entusiasmanti inducono molti big democratici nazionali a chiedere rifugio nelle aree tradizionalmente "sicure", ossia anzitutto in Emilia. Ma l’Emilia non è più quella di un tempo, e per di più, agli appetiti dei dirigenti più in vista, il Pd deve cedere posti ai rappresentanti delle forze di coalizione (Bonino, Lorenzin, prodiani, verdi, socialisti).
 
Le certezze, al momento, sono minime: Delrio sarà candidato nell’uninominale per la Camera a Reggio; Franceschini, nella stessa posizione a Ferrara; a Bologna, in vece di Casini, correrà la sindacalista Carla Cantone.


 

Le federazioni hanno inviato al nazionale liste di nomi frutto di consultazioni nei circoli. Ma già in questo caso la coperta è troppo corta e, inevitabilmente, diverse aspirazioni locali andranno deluse.
 
A Bologna, gli orlandiani avevano ottenuto garanzie per l’area che fa capo ad Andrea De Maria in cambio della metabolizzazione del candidato Casini. Ma ora che Casini è stato tolto di mezzo, i renziani stanno alzando la voce. Tra i nomi importanti che potrebbero atterrare nel capoluogo c’è quello di Gianni Cuperlo: il quale a Bologna studiò al Dams nel secolo scorso, ma ovviamente non può essere considerato un candidato "dal basso".
 
Nella compilazione del quadro-candidature va poi aggiunta la questione di genere (60-40% la forbice-limite), aspetto che potrebbe favorire la presenza di donne in caso di taglio obbligatorio. A Reggio, Andrea Rossi sarà candidato nel proporzionale (da segretario nazionale dell’organizzazione non potrebbe occuparsi di un solo collegio) e Vanna Iori sarà certamente ricandidata. Nell’area Orlando, c’è molta spinta a sostegno di Roberta Mori, attualmente in Regione: il che potrebbe rappresentare l’esclusione di almeno uno tra i parlamentari uscenti Paolo Gandolfi e Antonella Incerti, nonché uno stop per le ambizioni del renziano Andrea Tagliavini, sindaco di Quattro Castella.


 

Di qui a fine settimana, sul tavolo di Matteo Renzi si dovrà trovare una quadra. Come si dice in gergo, scorrerà molto sangue.