Catellani: “Omertà a Bibbiano: educhiamo i nostri giovani a rompere il silenzio”

Municipio Bibbiano

Continua l’estenuante difesa di parte della popolazione di Bibbiano nei confronti del loro sindaco Carletti. Sin dal primo giorno ho sempre sostenuto anche sui social che, se il Lombroso non mi smentisce, il sindaco Carletti a mio parere non ha una responsabilità diretta sulle aberranti vicende nel caso di “Angeli e Demoni”.

Tuttavia mi preme precisare, pur non essendo un legale, che in una nota apparsa sui media la giunta del Comune di Bibbiano in difesa di Carletti ricorda che i capi di imputazione per il sindaco sono quelli di abuso d’atti d’ufficio e falso ideologico definendoli “reati amministrativi”.

Già la definizione “reati” li fa incappare ingenuamente in un errore semantico oltre che giuridico, in quanto il reato per essere tale può essere solo penale, difatti il falso ideologico e gli abusi d’atti d’ufficio sono perseguibili in base rispettivamente dall’art. 479 e 323 del codice penale.

Ma c’è qualcosa più sotto, più in profondità che mi tormenta, e mai come oggi ho la possibilità di esprimerlo. Voglio parlare dell’omertà, quel comportamento ormai ampiamente diffuso utilizzato come meccanismo di complicità e di autotutela. Rompere il silenzio è faticoso, perché ti impone di ascoltare l’altro e di ascoltare te, e soprattutto, ti impone di fare i conti con te stesso.

Desidero oggi parlare dell’omertà del caso di Bibbiano, dove abbiamo venti indagati, di cui cinque non rispondono ai magistrati. Ritengo che da parte di alcuni, soprattutto dai piani alti, ci sia una forte responsabilità, “culpa in vigilando”, ossia un mancato controllo sulla condotta di queste associazioni, molto probabilmente con la sicurezza che agissero in buona fede e nella correttezza.

Negli ultimi due anni di insegnamento in due istituti diversi mi sono scontrato con situazioni professionali in cui la mia etica, forse un pochino ipertrofica, non mi ha permesso di far finta di nulla: pertanto ho segnalato al dirigente un docente, coordinatore di un corso serale, che faceva il “furbetto del cartellino”e un docente che discriminava letteralmente gli extracomunitari.

Sebbene sia fermamente convinto di aver fatto la cosa giusta tale comportamento non solo non mi ha relegato a paladino della giustizia, ma mi ha portato invece a essere isolato, in quanto ho alterato degli equilibri consolidati, che seppur sotto gli occhi di tutti erano ormai robusti e accettati.

In merito ad “Angeli e Demoni” la cosa che mi fa più schifo, e di cui ho la certezza, è che vi siano tantissime persone – soprattutto ai piani più bassi – che fossero al corrente di ciò che succedeva all’ interno dell’associazione Hansel e Gretel, di come fossero gestiti gli affidi e gli allontanamenti dei bambini dalle famiglie.

A “Chi l’ha visto”, su RaiTre, le immagini hanno ripreso un reale sequestro con tanto di inganno e forse anche con la collaborazione di chi nulla aveva a che fare con la gestione dei bambini (personale dell’Enpa). Tra i vari reati si ipotizzano anche reati di tortura e altro.

La cosa che alimenta il perpetuarsi della mancanza di giustizia non è il fatto che ci siano onesti e disonesti, persone fragili e persone forti, ma è il fatto che ci siano gli astanti, ossia gli spettatori, quelli che vedono, ascoltano, sanno e non fanno nulla.

Spero che la giustizia a Bibbiano faccia il suo corso, spero che ci siano tante persone con responsabilità diretta e indiretta che paghino il loro conto, ma ahimè, ci saranno tante persone che sapevano e non hanno detto e fatto niente; questi, invece, non pagheranno nulla alla giustizia, ma spero che sulla loro coscienza possa pesare un macigno per tutta la vita.

Se insegniamo ed educhiamo i nostri ragazzi, i nostri figli e i nostri studenti che quelli che sbagliano non vanno protetti ma vanno chiamati a rispondere delle loro azioni, doneremo loro un bene prezioso, la virtù di risolvere uno dei principali mali che affligge la nostra cultura: l’omertà.

Marco Catellani
dirigente Forza Italia Reggio Emilia