Azione Reggio dopo i 25 ricorsi: bene ridurre il consumo di suolo, ma le scelte passate pesano

Reggio Emilia vista da alto

“Sostenere che con il nuovo PUG sono state cancellate le previsioni urbanistiche ereditate dal passato, attraverso la cancellazione di numerose potenzialità edificatorie, è dire una cosa vera, ma non può avere il significato di attribuire la responsabilità di queste previsioni di espansione incontrollata a qualche evento di forza maggiore, ad altri da sé o ad altre amministrazioni di diverso colore politico, in una sorta di alienazione politica che ne rimuove  la memoria storica: il decisore di queste scelte urbanistiche oggi cancellate ha, da sempre, lo stesso colore politico”. Lo afferma, in una nota, Claudio Bigi, responsabile enti locali di Azione Reggio dopo aver appreso “che la nuova pianificazione urbanistica di Reggio ha generato 25 ricorsi al Tar da parte di proprietari di aree a cui il precedente piano attribuiva potenzialità edificatoria, oggi cancellata dal nuovo PUG in applicazione del principio relativo al sempre minor consumo di suolo, nel limite di un 3% del territorio urbanizzato che si esaurirà, arrivando ad azzerarsi, nel 2050″.

“Attualmente il territorio comunale risulta urbanizzato per una quota del 21%, collocando la città fra i territori con la maggior percentuale di suolo urbanizzato – continua Bigi – Arrivati a questo punto è stato giusto fermarsi, ma l’onda lunga delle precedenti scelte urbanistiche ha creato, se non proprio diritti, delle comprensibili aspettative nei proprietari che oggi si sono visti togliere una potenzialità edificatoria, mentre restano da completare Piani precedentemente convenzionati relativi ad un notevole numero di alloggi e ad espansioni di aree produttive che renderanno quasi impercettibile il nuovo corso per i prossimi 10 anni e si aggiungeranno al 3% programmato.

Detto in altri termini, non si critica, anzi si condivide, la nuova scelta urbanistica sulla riduzione del consumo di suolo, dettata anche dalla legge regionale, ma allo stesso tempo occorre non dimenticare le scelte del passato e assumerne la responsabilità e paternità politica da parte di chi, da un lato, ha creato comprensibili aspettative economiche oggi disattese e, dall’altro lato, ha consolidato legittimi diritti edificatori”.