Lunedì 8 luglio fumata grigia a Palazzo Chigi per il vertice sull’autonomia regionale differenziata chiesta dall’Emilia-Romagna e da altre otto regioni, in particolare Lombardia e Veneto. Alla riunione, oltre ai ministri competenti sul dossier e al presidente del consiglio Giuseppe Conte, erano presenti anche i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ma dopo tre ore di discussione non è stata raggiunta alcuna intesa, motivo per cui le parti si sono riaggiornate a giovedì 11 luglio.
“Si fanno dei passi avanti, ma c’è ancora molto da fare”, ha spiegato il ministro Di Maio dopo il vertice di maggioranza. La trattativa, a quanto si apprende, si sarebbe arenata sul nodo dell’istruzione: in particolare è stato affrontato l’articolo 12 dello schema della riforma, dedicato all’assunzione diretta dei docenti e ai concorsi regionali.
Punto, quest’ultimo, che non vede d’accordo il Movimento 5 Stelle, secondo il quale ci sarebbe il rischio di arrecare danno alle Regioni istituendo scuole di serie A, di serie B e di serie C; senza contare, secondo i pentastellati, la possibilità di incappare in profili di incostituzionalità della norma.
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