Ambiente, in Emilia-Romagna obiettivo 100% di energia rinnovabile entro il 2035

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L’assessore allo sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla ha presentato alla commissione regionale politiche economiche gli emendamenti e le integrazioni alla proposta di piano triennale di attuazione 2022-2024 del Piano energetico regionale 2030, che potrà contare su 4,5 miliardi di euro di risorse pubbliche (poco più di 2 miliardi dal Pnrr, 1,7 miliardi dallo Stato, 301 milioni dal Fesr, 58 milioni dal Fse e 423 milioni dalla stessa Regione) e che il prossimo 6 dicembre approderà in assemblea legislativa per l’approvazione.

“Risorse mai viste in tre anni”, ha sottolineato Colla: “Per ogni euro pubblico c’è un euro e più dalla parte privata”.

Il piano per il triennio 2017-2019 è stato prorogato fino ad oggi, ma alcuni parametri nel frattempo sono stati modificati dall’Unione Europea. Il pacchetto Ue al 2030 prevedeva infatti il 40% di riduzione di emissioni, il 27% di risparmio e 27% di energia prodotta grazie al contributo di fonti rinnovabili, obiettivi che sono già stati recepiti dalla Regione Emilia-Romagna grazie al Patto per il lavoro e per il clima: “E la Commissione Europea ci segue”, ha spiegato Colla, “perché con il con REPowerEU le rinnovabili sono state portate al 45%, il calo di emissioni al 55% e il risparmio al 32%. Oggi la situazione è favorevole, perché la strategia regionale è coerente con questi obiettivi”.

Per l’assessore Colla il nuovo patto triennale “è una sterzata rispetto al 2017, anche perché oggi quei dati non sarebbero accettabili sul piano politico. Entro il 2023 apriremo un confronto con tutti coloro che possono dare un contributo (università, Enea, Cnr e altri, in un’ottica di partecipazione) per elaborare un nuovo quadro conoscitivo per il nuovo Piano energetico regionale”.

La Regione, ha precisato Colla, si muove su tre grandi asset: abitare, mobilità e produzione (manifattura): “Servono idee precise: noi abbiamo 8 assi a partire da ricerca, formazione e innovazione (creare una cultura green). Poi c’è la rete degli interventi con i grandi gestori e le partecipate, le multiutility, utili ai sindaci se vogliono fare green”.

L’asse 2 riguarda invece le infrastrutture, le reti e le aree produttive (e comprende lo sviluppo delle comunità energetiche regionali), l’idrogeno verde, progetti per lo sviluppo di impianti da fonti rinnovabili, la qualificazione energetica e ambientale delle aree produttive. L’asse 3 riguarda la transizione energetica delle imprese (sostegno a efficientamento energetico, progetti di filiera, nuove imprese green, finanza agevolata, produzione di agroenergie); l’asse 4 la riqualificazione, il patrimonio e i privati; l’asse 5 la rigenerazione urbana e il patrimonio pubblico. Gli assi 6, 7, 8 riguardano rispettivamente mobilità intelligente e sostenibile (diffusione di veicoli a ridotte emissioni, trasporto pubblico locale, mobilità ciclopedonale, treni, bus, elettrificazione della rete ferroviaria, trasporto ferro di merci e persone, trasporto intermodale), azioni di sistema e rapporto con gli enti locali (monitoraggio del piano, city manager, sportelli energia) e le azioni trasversali di sistema (protocolli e intese con terzi, attività del comitato tecnico-scientifico).

La giunta Bonaccini ha inoltre presentato 15 emendamenti al piano “perché – come ha ricordato Colla – le richieste avanzate dall’Europa sono notevoli, a partire nel 2023 dal quadro conoscitivo, per proseguire con il monitoraggio e la divulgazione dei dati”.

Emiliano Occhi, relatore di minoranza della Lega, ha chiesto “se l’obiettivo del 100% di rinnovabili al 2035 non sia un obiettivo troppo sfidante e irrealizzabile e che va oltre le aspettative del Green Deal e del REPowerEU”. Il geotermico, inoltre, secondo Occhi ha poche speranze per aumentare la potenza, mentre per quanto riguarda l’eolico “chiedo qual è il punto di vista su quello onshore“, ha detto il consigliere regionale del Carroccio, secondo il quale vanno anche chiariti i dubbi sulla realizzazione degli impianti per le comunità energetiche regionali (“serve informazione”). Altri consiglieri hanno chiesto maggiori dettagli sugli emendamenti.

L’assessore Colla, nella replica, ha sottolineato che per raggiungere l’obiettivo del 100% di fonti rinnovabili entro il 2035 “è stata impostata una traiettoria possibile”.