Nella giornata di domenica 12 giugno i referendum sulla giustizia, sui quali i cittadini italiani erano stati chiamati a esprimersi, non hanno raggiunto il quorum, fermandosi mediamente a un’affluenza di poco inferiore al 21%, la più bassa di sempre: niente da fare, dunque, per i cinque quesiti referendari, che per essere validi avrebbero dovuto raggiungere ciascuno una partecipazione del 50% più uno degli aventi diritto di voto, e che invece alla luce dei risultati non modificheranno le norme che puntavano ad abrogare.
Il referendum numero 1, quello relativo all’incandidabilità dopo una condanna, ha fatto segnare un’affluenza del 20,95% (in Emilia-Romagna 20,92%); il numero 2, quello relativo alla limitazione delle misure cautelari, ha fatto registrare un’affluenza del 20,93% (in Emilia-Romagna 20,91%); stessi numeri per il referendum numero 3, quello relativo alla separazione delle carriere per i magistrati, che ha chiuso la giornata con un’affluenza del 20,93% (in Emilia-Romagna 20,91%); non dissimile il risultato del referendum numero 4, quello relativo ai membri laici nei consigli giudiziari, che si è fermato a un’affluenza del 20,92% (in Emilia-Romagna 20,90%); non è andata meglio al referendum numero 5, quello relativo alle elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura (Csm), che alla chiusura dei seggi ha riportato un’affluenza del 20,92% (in Emilia-Romagna 20,90%).
Questi i risultati dei singoli referendum:
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