Per una quindicina d’anni diverse società hanno utilizzato acqua pubblica presa da consorzi di bonifica del Bolognese, senza averne diritto e senza pagarla. Il danno alle casse della Regione Emilia-Romagna è stato di circa sette milioni di euro, ma sale a oltre 8 milioni se si contano anche i soldi spesi per tentare, senza riuscirci, di recuperare quei crediti.
E’ quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Bologna con l’operazione ‘Acqua Cheta’, che ha portato a segnalare alla Corte dei Conti regionale 31 dipendenti pubblici, in servizio in enti e organismi della stessa Regione. La complessa attività d’indagine è partita nel 2015 dopo un esposto ed è stata portata avanti dal nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, a tutela del denaro pubblico. Le irregolarità sono emerse esaminando le modalità di gestione delle risorse idriche nei due consorzi di bonifica del Bolognese, quello del Canale Emiliano-Romagnolo e quello della Bonifica Renana. Non sono emersi rilievi penali.
Ultimi commenti
insomma se la VISIONE è abbandonare il centro citta' e lasciarlo in mano agli stranieri-irregolari-tossici-violenti bisognera' pure che costruiamo da qualche altra parte, no
Trovo assurdo che la riqualificazione passi dalla creazione dell’ennesimo Conad ai danni del verde. Ritengo imbarazzante questo appiattimento e approccio.
il mercato Albinelli a Modena è un posto stupendo sotto molti punti di vista. Per molti versi lo era il nostro vecchio Mercato Coperto. Questa versione 2.0