A Poviglio proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti del Comune

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I dipendenti del Comune di Poviglio, riuniti in assemblea, hanno deliberato all’unanimità di dare mandato ai sindacati di proclamare un nuovo stato di agitazione, alla luce della mancata risoluzione dei problemi che lavoratori e lavoratrici avevano già sottolineato lo scorso ottobre con la proclamazione del precedente stato di agitazione.

Da allora sono stati organizzati alcuni incontri che avevano l’obiettivo di sensibilizzare gli amministratori povigliesi rispetto alle difficoltà quotidiane riscontrate in vari servizi comunali; ma ad oggi, nonostante le insistenze delle sigle sindacali Fp-Cgil, Cisl-Fp e Cse-Fpl, insieme alle Rsu, “non si è riusciti nemmeno a sottoscrivere i verbali di quegli incontri, né tanto meno l’amministrazione locale ha attuato interventi fattivi rispetto alle criticità sollevate”, hanno lamentato le organizzazioni sindacali.

Non solo: la situazione “è peggiorata sempre di più e in prospettiva non ci sono miglioramenti in vista. I dipendenti e le dipendenti che per diversi motivi hanno cessato il loro rapporto non sono stati sostituiti, andando così ad aumentare il già elevato carico di lavoro di chi è rimasto. In prospettiva cesseranno anche delle posizioni apicali, ma anche in questo caso ad oggi non ci sono soluzioni. Addirittura non c’è certezza neppure sul fatto che le pratiche propedeutiche alle assunzioni siano state messe in atto da parte del Comune”.

Per questi motivi le malattie e qualsiasi altra eventuale assenza temporanea “non fanno altro che aggravare ulteriormente le criticità presenti nella quotidianità”, secondo i sindacati, “e nel frattempo l’opinione pubblica scarica la responsabilità dei disservizi riscontrati sui lavoratori, loro primi interlocutori, i quali, essendo sempre di meno, non riescono a evadere tutte le richieste rapidamente, come i cittadini vorrebbero”.

In questo contesto di grande disagio, hanno aggiunto ancora Fp-Cgil, Cisl-Fp e Cse-Fpl, “l’amministrazione comunale non ha predisposto nessuna gestione dell’emergenza: gli amministratori chiedono conto ai propri dipendente del mancato rispetto degli adempimenti. Un estremo tentativo di dialogo è stato fatto dalle organizzazioni sindacali e dalle Rsu chiedendo un altro incontro all’amministrazione, che l’ha posticipato di oltre un mese: per i lavoratori questo è stato percepito come una non consapevolezza delle condizioni in cui si trovano a svolgere il proprio lavoro, contribuendo così a esasperare la situazione”. Da qui la decisione di procedere con la proclamazione dello stato di agitazione.