Segre cittadina onoraria di Reggio Emilia

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Questa mattina, nel corso di una cerimonia al Centro internazionale Loris Malaguzzi, il sindaco Luca Vecchi ha consegnato la cittadinanza onoraria di Reggio Emilia e una copia del Primo Tricolore alla senatrice a vita Liliana Segre.

Di seguito il discorso pronunciato nel corso della cerimonia.

“Quello di oggi è un giorno straordinariamente importante per Reggio Emilia. Le ragioni per conferire la cittadinanza onoraria della nostra città alla senatrice Liliana Segre potrebbero essere infinite, ma penso di interpretare il sentimento profondo della nostra comunità nell’affermare che questa scelta rappresenta non un rituale, bensì un atto di amore, di adesione profonda e di passione civile verso ciò che la sua esperienza di vita e il suo straordinario esempio ci consegnano, anche e soprattutto come responsabilità sul futuro.
Lei come sopravvissuta e testimone della Shoah, lei come testimone contemporanea contro ogni forma di odio, violenza e discriminazione, lei come donna: Senatrice Segre, grazie per essere stata uno straordinario esempio, in particolare per le giovani generazioni, per quei tanti ragazzi che lei ha più volte definito i suoi tanti nipoti. Grazie per averci più volte ricordato che una democrazia può perdersi lentamente nell’indifferenza perché fa comodo non schierarsi. Oggi invece Reggio Emilia sceglie di schierarsi in modo civile e pacato e di legare la propria storia ai suoi valori, senatrice Segre, perché un legame di cittadinanza è anzitutto per noi – e credo per tutti – il legame profondo di appartenenza a una comunità di destini. Sceglie soprattutto di farlo con chiarezza, in un momento storico difficile perché i suoi valori, Senatrice, sono i nostri valori e la nostra storia, la nostra città è la sua città.

Reggio Emilia ha avuto un ruolo importante nell’atto fondativo del Primo Tricolore, quel 7 gennaio 1797 in cui i deputati delle città di Ferrara, Bologna, Modena e Reggio Emilia – trovandosi nella nostra città – sancirono il primo passo di quel lungo e certo non poco doloroso percorso repubblicano. Reggio Emilia ha accompagnato i vent’anni più duri della storia di questo Paese nel segno dell’Antifascismo, della Resistenza e della Liberazione, pagando un grande prezzo di vite umane che le è valsa anche la Medaglia d’oro al Valore militare. Reggio Emilia ha contribuito autorevolmente alla scrittura della Costituzione, anche grazie all’importante di contributo di costituenti quali Meuccio Ruini, Giuseppe Dossetti e una grande donna come Nilde Iotti. Reggio Emilia ha fatto la sua parte per la crescita della democrazia di questo Paese: il valore della diversità culturale, ideologica e religiosa ha trovato in questa città, in cui oltre 18% dei cittadini hanno un’origine straniera riconducibile a 127 nazionalità, la via di un dialogo costante, interculturale e interreligioso. Un valore intorno a cui si è arricchita ed è cresciuta l’intera comunità. E lo dico da questo luogo, il Centro internazionale Loris Malaguzzi, simbolo internazionale dell’educazione dell’infanzia: a pochi metri da questa sala, su un muro di questo grande auditorium, c’è una scritta che sintetizza il senso profondo della nostra cultura civile e che dice che qui nessun bambino è straniero. Il luogo dei diritti dell’infanzia, di saperi e di educazione, il luogo di una città che è partita dall’educazione per andare nel mondo. Reggio Emilia ha sempre voluto investire sulla memoria, e lo ha fatto con continuità e costanza insieme alle sue scuole, portando, in circa dieci anni, oltre 15mila studenti nei luoghi della memoria.

Da questo luogo, che testimonia anche il nostro modo di essere cittadini d’Europa, di quell’Europa che Edgar Morin definì culla della civiltà e al tempo stesso teatro delle peggiori atrocità, ecco da questo luogo Reggio Emilia sceglie oggi di legare la propria storia alla biografia di una donna straordinaria, che ci ha più volte ricordato come coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza, e ci aiuta – in un mondo così pieno di ingiustizie e sofferenze – a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.

E forse questo è il significato più importante e rilevante che ha questo momento: quello di legare un nome e la biografia personale di Liliana Segre alla storia della nostra città, il che porta con sé in dote una bellissima lezione di responsabilità, di coraggio e resilienza, ma anche di voglia di vivere e di tramandare a chi non c’era, ciò che fu perché non accada di nuovo.

Grazie senatrice Segre”.

La cerimonia al Centro Malaguzzi. In diretta streaming dal Centro internazionale Loris Malaguzzi si è svolta la cerimonia di conferimento, da parte del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi insieme con il presidente del Consiglio comunale Matteo Iori, della Cittadinanza onoraria di Reggio Emilia alla senatrice a vita Liliana Segre, e per essa a tutte le vittime e i sopravvissuti alla Shoah.

Liliana Segre – questa la motivazione – è “Testimone della violenza generata dall’odio e dalla discriminazione razziale, ha dedicato la sua vita alla responsabilità e alla condivisione della memoria alle nuove generazioni”.

Nel corso della stessa cerimonia sarà conferito anche il Dottorato di ricerca Honoris Causa “Reggio Childhood Studies” del Dipartimento di Educazione e Scienze umane dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia con Fondazione Reggio Children-Centro Loris Malaguzzi.

Carla Rinaldi, Fondazione Reggio Children. “Ho sempre scelto di parlare ai ragazzi nelle scuole mai dimenticando di essere stata una bambina ritenuta diversa, mentre io ritenevo di essere così uguale alle mie compagne di scuola, e unica della classe ad essere esclusa per la colpa di essere nata” così la Senatrice Liliana Segre oggi al conferimento della Cittadinanza Onoraria di Reggio Emilia e del Dottorato di Ricerca in “Reggio Childhood Studies-From early childhood to lifelong learning”.

La doppia cerimonia ha visto l’intervento del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi con il presidente del Consiglio comunale Matteo Iori per la cittadinanza onoraria e per il Dottorato di ricerca Honoris Causa “Reggio Childhood Studies” il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Carlo Adolfo Porro, la professoressa Annamaria Contini, direttore del Dipartimento di Educazione e Scienze umane e del professor Alberto Melloni, presidente del corso di dottorato, che da Milano, dove era collegato con la senatrice Segre, ha pronunciato la laudatio.

E’ stata Carla Rinaldi, presidente di Fondazione Reggio Children, a porgere il saluto iniziale, come parte industriale del Dottorato di Ricerca Internazionale in Reggio Childhood Studies.
“Alla senatrice Liliana Segre un ringraziamento che viene dal mondo dell’educazione – ha detto la presidente -, da un Phd che vuole, vorrebbe, educare ricercatori capaci di andare oltre l’ovvio, oltre il banale, che è e che genera il male. Ricercatori capaci di scoprire e di meravigliarsi, come accade all’infanzia, non perché le bambine e i bambini amino il semplice, ma piuttosto perché sanno cogliere l’essenza della vita. Ne detengono il segreto. Quel bambino fatto di cento, che è il primo tra tutti i ricercatori, che ricerca insieme agli altri in relazione di reciprocità. Quel bambino negato e amputato nelle sue potenzialità nei campi di concentramento allora, come dalle tante ingiustizie ed emergenze di oggi, non ultime quelle causate la pandemia. Quella stessa bambina, ragazzina, che è stata Liliana. Che pur così negata e sola, nel suo “apprendistato della sopravvivenza”, è stata suo malgrado un occhio infallibile e un registratore instancabile, e ha saputo volgere la sua esperienza in un bene comune, rivolto a noi tutti”.

“Insieme ai 30 dottorandi e dottorande che stanno frequentando i primi tre cicli – ha continuato la Rinaldi – , siamo commossi e onorati di essere eletti a compagne e compagni di viaggio della senatrice Liliana Segre, cui oggi il phd verrà riconosciuto honoris causa e di condividere con Lei la passione che ci lega all’infanzia. Dare valore all’infanzia. Tutte le infanzie. Guardare alla ricchezza interiore e cognitiva dell’infanzia, non come un periodo della vita, ma come una cultura, un modo di pensare e guardare alla vita. L’infanzia è Dna dell’Umanità, secondo la visione che nasce in questa città. Quando una società perde la sua infanzia, perde l’essenza dell’Umanità. Continuare a credere, dunque, nella forza dell’educazione, nell’infanzia e per tutta la vita, nella ricerca per un’educazione di qualità è il modo migliore per preparare il futuro di chi lo abiterà: le giovani generazioni di oggi”.

Nel suo intervento, la senatrice Liliana Segre ha affermato: “Quando continui a essere considerata diversa per tutta la vita, allora cerchi con tutte le tue forze che questa memoria non sia negata. La cosa che mi colpiva enormemente allora era l’indifferenza. Quell’indifferenza segna tutto un percorso storico. Allora segnò una minoranza, oggi determina fatti importantissimi”. Si tratta quindi di scegliere e “le scelte sono sempre difficili”. “Primo Levi scrisse: in ognuno c’è traccia di ognuno. – ha ricordato la Segre – Ed è vero. E così si dovrebbero risolvere, umanamente, tutti i grandi problemi del mondo, mentre mi trovo, purtroppo, come ultimo atto della mia vita, a volere in tutti i modi la commissione dal Senato contro l’istigazione all’odio. L’istigazione all’odio verso l’altro è la radice di tutti gli “ismi”. Oggi grazie a questi due riconoscimenti, devo riaprire per forza la speranza che allora è vero che in ognuno c’è traccia di ognuno”. Un suggerimento agli insegnanti? “Essere preparati ed essere preparati anche psicologicamente ad affrontare le difficoltà degli studenti”. Alla politica? “Tenere davanti a sé la Costituzione a partire dall’articolo 3. Se l’avessimo davanti tutto il giorno, forse certi errori non sarebbero stati commessi”.

Durante l’evento, il vincitore del Premio Unesco-Russia Mendeleev per le Scienze di Base Vincenzo Balzani, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Sostenibilità ecologica e sociale: problemi e soluzioni”, mentre Valeria Farinacci, dottoranda in Reggio Childhood Studies, ha interpretato il canto Ani Ma’amin (Io credo), una versione prosaica del dodicesimo dei tredici Principi della Fede di Mosè Maimonide.

Sono partner del dottorato Fcr-Farmacie comunali riunite, Fondazione Manodori, Iren e Unindustria Reggio Emilia.