Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna detenuto da oltre un anno in Egitto, ha scritto una lettera alla senatrice Liliana Segre, per ringraziarla per il suo amore e sostegno. Tuttavia ha preferito non consegnarla alla madre e alla fidanzata che sabato hanno potuto fargli visita in carcere: ha infatti deciso di tenerla con sé per consegnargliela a mano quando tornerà in Italia.
Durante la visita in carcere, a quanto riferisce la rete degli attivisti che si batte per la sua liberazione, ha dato alle due donne dei succhi di frutta per idratarsi perché conosce i problemi delle visite quando c’è un clima così caldo. Ha consegnato alla madre e alla fidanzata anche due regali fatti a mano con il sapone, una chiesa per sua madre, il nome inciso per la fidanzata.
Zaki è stato informato della data della prossima udienza, in programma il primo giugno, ma non ha mostrato alcun interesse, convinto che non lo faranno uscire. “Tuttavia – dicono gli attivisti – è ancora forte e resiliente, è positivo e pensa che tornerà ai suoi studi presto. Manda il suo amore, la sua gratitudine e il suo apprezzamento ad amici, insegnanti e alla sua università per il loro continuo sostegno”.
Ultimi commenti
per non parlare degli insegnanti...
Se tutta la politica fosse questa, ci potremmo candidare pure noi....
Quando il sistema del malaffare/ m..ioso viene scoperto, i topi non ballano piu', o almeno si sa di cosa campano. Perche' ai topi se chiudi