Affidi. Sindacati: minacce quotidiane

Comune di Bibbiano

Da quando è esplosa l’inchiesta ‘Angeli e Demoni’ sugli affidi illeciti, i dipendenti pubblici dell’Unione della Val d’Enza reggiana, e non solo chi lavora nei Servizi sociali, subiscono “minacce quotidiane” di ogni genere: via lettera, mail, social, e anche di persona. Per questo i sindacati chiedono di mettere in campo “tutti gli strumenti utili a garantire agli operatori dei servizi e al restante personale amministrativo dell’Unione la sicurezza necessaria per poter adempiere al meglio ai propri compiti”.

Nello specifico: la richiesta di trasferimento del personale amministrativo al momento assegnato alla sede di Barco in altra sede più funzionale, ipotizzando un accorpamento di tutto il settore amministrativo in un’unica sede ed un rafforzamento organizzativo.
La necessità di mettere in campo, a seguito delle minacce quotidiane, tutti gli strumenti utili a garantire agli operatori dei servizi e al restante personale, amministrativo dell’Unione la sicurezza necessaria per poter adempiere al meglio ai propri compiti; nell’immediato di garantire l’attività di tale lavoratori con un presidio di controllo degli accessi alla struttura di Barco.
La necessità di completare l’individuazione delle figure apicali per la gestione dell’Unione.

L’urgenza di provvedere al reclutamento delle unità di personale mancanti nella Polizia Locale.

Per quest’ultimo punto la segnalazione di urgenza deriva da una progressiva riduzione degli operatori contro le enunciazioni di volontà d’incremento dell’organico delle Giunte che si sono succedute: il corpo di Polizia negli ultimi 10 anni ha subito una riduzione degli organici consistente: dai circa 39 del 2010 agli attuali 28 operatori.
Da quanto sopra si evince che il personale disponibile all’attività operativa risulta drammaticamente insufficiente a far fronte alle molteplici competenze e richieste di intervento che pervengono dalla cittadinanza e dalle istituzioni .
E quindi innestandoci nella discussione attuale sui servizi dell’Unione e volendo aprire un focus sui settori diversi dai servizi sociali, crediamo sia giusto aprire una riflessione su tutti i servizi proponendo riorganizzazioni.

Crediamo sia anche giusto ragionare nella contingenza come sopperire alle carenze e aiutare fattivamente quegli operatori che hanno sinora continuato a garantire alla cittadinanza l’effettuazione dei servizi, anche nei contesati disagiati.

Tutto ciò costituisce una ulteriore prova alla cittadinanza dei Comuni dell’ Unione, caso mai ce ne fosse bisogno, della “dedizione” al servizio che anima gli operatori pubblici dell’Unione e il corpo della Polizia Municipale. Questo non può essere un alibi per non affrontare il problema ormai improcrastinabile della dotazione di organici.